E arrivò il giorno in cui il parco di tutti divenne il parco... di nessuno.
Sergio Crocco è un guerriero, un lottatore, un uomo passionale. Sin dai tempi del Cosenza calcio (che resta per lui una grande mania), quando da ragazzino popolava gli spalti di tutta Italia (a cominciare dalla curva dello stadio di casa, il San Vito) con la sciarpa rossoblù intorno al collo, così stretta da poter avvolgere anche il cuore. Con la stessa passione ha portato a termine molte missioni in Africa, sulla scia dell'insegnamento di padre Fedele Bisceglia. E sempre con la stessa pulsione motivazionale ha creato un'oasi felice nella sua Cosenza, insieme ai componenti dell'associazione “La Terra di Piero”, ovvero il Parco “Piero Romeo”. Una zolla multicolore nel cuore della Città dei Bruzi, a misura di bambino. Di tutti i i bambini, anche quelli con disabilità. Un parco totalmente privo di barriere architettoniche. Ma evidentemente, Sergio e gli altri, non avevano fatto i conti con il limite più grandi di tutti: l'inciviltà. In diverse occasioni l'associazione e la gente comune sono state costrette a intervenire per porre rimedio ai raid vandalici all'interno del Parco “Piero Romeo”, ma adesso la misura è colma, dopo l'ennesimo blitz della vergogna. È stato lo stesso Crocco a gettare la spugna e la corazza, attraverso un post sui social: «Adesso basta, ci arrendiamo: il parco chiude per inciviltà».
Affranto l'attore abilmente diverso Davide Carpino
Tra i più affranti dalla inevitabile scelta dell'associazione c'è l'attore abilmente diverso Davide Carpino che, nel corso di un'intervista sulla sua vita, rilasciata a Gazzetta del Sud online, si è soffermato sul triste epilogo della struttura cittadina. «Sono triste perché là dentro ci sono tantissime mie energie», ha sottolineato. «Tre anni di spettacoli - portavamo in scena Conzativicci - e tutti i proventi che ne sono derivati distrutti dai vandali. Hanno spezzato una vita a tutti gli effetti. Ma io mi domando perché è avvenuto tutto questo. Chi può giovare di uno scenario simile? Siete contenti di aver negato a dei bambini la possibilità di giocare, ovvero di poter crescere anche dal punto di vista cognitivo? Vi daranno forse un premio, alla fine?».
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