A Laino Borgo si rinnova la secolare tradizione de “la Corajisima”. Da nove anni l’Associazione “Archeo Geo Pollino” presieduta da Terenzio Calvosa, infatti, per tramandare l’usanza alle nuove generazioni, si rende protagonista di un’antica tradizione che affonda le radici nel patrimonio pagano del culto dionisiaco legato al ciclo delle stagioni, con riferimenti anche alla Magna Grecia, con i rituali praticati in occasione della semina a devozione di Persefone e, successivamente, nel periodo romano con Proserpina.
Nel primo giorno di quaresima, dunque, come tradizione vuole, in paese è stato esposto il fantoccio vestito a lutto con bocca, occhi e naso cuciti con il filo nero e con in mano un fuso con della lana ed una rocca, simbolo del tempo che passa. La patata sulla quale sono conficcate sette penne di gallina, sei bianche ed una nera o colorata, rappresenta il sesso femminile, le sette penne l'interdizione temporanea al rapporto sessuale, il periodo d'astinenza quaresimale.
Nella tradizione popolare di Laino Borgo il carnevale e la quaresima sono fratello e sorella, ma anche marito e moglie, e con la morte di Re carnevale, in attesa della Pasqua, iniziano le sette settimane di quaresima. Ogni domenica alla bambola viene tolta una penna bianca. L'ultima penna, quella nera o colorata, viene tolta la mattina di Pasqua per decretare la fine dell'astinenza e del tempo quaresimale.
Anche quest’anno, dunque, nel centro del Parco nazionale del Pollino si celebra un rituale carico di simbolismo e ricco di riferimenti storico-culturali.
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