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Lucarelli sconfitto nella ‘sua’ Cosenza ma ‘vittorioso’ a fine gara: “Gigi Marulla, sei il mio re” VIDEO

Dedicato a chi pensa che il calcio sia solo un business che gonfia sempre gli stessi portafogli, svuotandone sistematicamente degli altri. Quelli dei tifosi ad esempio, tacciati di strapagare - in termini economici e psicofisici - una passione fatta solo di cuoio. In realtà, non necessariamente si viene ripagati con la gioia per un gol realizzato al novantesimo o un risultato strappato a sorpresa. A fare la differenza nel cuore di ultrà e semplici sostenitori della squadre sono i piccoli gesti, i dettagli quasi insignificanti (ma solo per chi non vive di pane e pallone) all'interno dei novanta minuti. Quelle immagini che restano e fanno “giurisprudenza”. Come il saluto del pubblico rossoblù, in occasione di Cosenza-Ternana, a Cristiano Lucarelli, ex attaccante dei “lupi” e attuale allenatore degli umbri. Scene insolite su un campo di calcio, che vanno ben al di là del cinismo di dover centrare risultato a tutti i costi e con tutti i mezzi. Un saluto, dicevamo, contraccambiato da Lucarelli: il gigante livornese, con la Ternana sotto di due gol, ha trovato il tempo per alzare il braccio verso la curva e salutare quelli che un tempo sono stati i suoi tifosi.

Onore al re della città dei bruzi

Un amarcord proseguito anche in sala stampa al termine della partita. Quando in realtà ci sarebbero state tutte le condizioni - dopo una sconfitta - per liquidare i giornalisti con poche battute, il tecnico della Ternana ha trovato il tempo per onorare, ancora una volta, il compianto Gigi Marulla. Il primo ad accogliere il giovane Lucarelli la prima volta in cui mise piede a Cosenza. «Mi aspettavo un'accoglienza dolce, non ho mai nascosto i miei sentimenti verso questa città e questa squadra, ma si tratta di situazioni che si è abituati a vivere o prima o dopo la partita, ma mai durante. Mando un grande ringraziamento ai tifosi del Cosenza. Nella giornata della gara sono venuti tanti tifosi a trovarmi in albergo e ho avuto una mattinata toccante perché mi sono fatto accompagnare dal team manager del Cosenza, Kevin Marulla, a visitare la tomba del papà: il grande Gigi Marulla per me è stato un maestro di vita oltre che calcistico. Quando sono arrivato a Cosenza ero un ragazzino. Avrebbe avuto tutti i motivi per non favorire la mia ascesa, invece mi ha trattato come se fossi un figlio adottivo. Al termine di ogni allenamento mi chiamava, mi faceva fare delle esercitazioni, mi faceva calciare in porta, insegnandomi anche i movimenti. Lo ricordo con un affetto incredibile. Porto dentro di me il rammarico di esser stato presente al funerale per impegni professionali. Non me lo perdono. Ogni volta che tornerò da queste parti farò sempre un passaggio sulla sua tomba perché per me era un grande uomo prima che un grande giocatore: mise da parte l'orgoglio e la sua storia per favorire un ragazzino senza arte né parte. Mi ha aiutato a diventare un calciatore».

Perché a volte il cuoio non gonfia solo le reti e i portafogli dei business-man. Ma anche il cuore dei tifosi e degli addetti ai lavori.

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