Una somma che il pm Giuseppe Cava intende recuperare pienamente all’Erario e per questo ha ordinato il sequestro di poco più di 50 mila euro in buoni postali custoditi nei forzieri delle Poste centrali e di ulteriori ventimila euro spalmati in conti correnti e altre rendite sempre riconducibili alla settantaquattrenne.L’indagata era stata nominata tutore della sorella malata che un tempo aveva lavorato nella Pubblica amministrazione.Ogni mese, la donna si sarebbe recata alle Poste per riscuotere l’assegno della familiare. E avrebbe continuato a farlo per altri nove anni pure dopo quel 24 agosto del 2003, data in cui la titolare del rapporto pensionistico passò a miglior vita. La buonanima non c’era più ma nessuno si sarebbe preoccupato di segnalare l’evento luttuoso all’Inpdap o alle Poste. E così, l’Istituto di previdenza dei pensionati del Pubblico impiego avrebbe continuato ad autorizzare l’erogazione del mensile. Un assegno personalmente riscosso dalla settantaquattrenne.
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