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Sanità e lavoro,
sindacati in piazza

Cgil , Cisl e Uil della Provincia di Cosenza scenderanno in piazza martedì prossimo 4 giugno. La manifestazione unitaria che si concentrerà davanti alla Sede dell’Asp di Cosenza in Via Alimena, alle 9.30, per poi concludersi al Cinema Italia, dopo che il corteo si sarà snodato per le vie cittadine. “ la scelta dell’asp non è un caso- si legge in una nota diffusa dal sindacato- , perché la salute è uno dei temi più caldi sui quali le organizzazioni sindacali confederali ormai da tempo hanno incentrato una battaglia in difesa del diritto alla salute, un diritto costituzionale fondamentale che viene sistematicamente violato nella nostra Provincia”. Al centro della protesta anche “ i temi relativi del lavoro, al rilancio dello sviluppo produttivo, salvaguardando, da un lato le aziende produttive ancora presenti nel territorio ed i posti di lavoro, già falcidiati dalla crisi” “resta centrale- si sottolinea - l’adeguata copertura degli ammortizzatori sociali, unica possibilità al momento di scongiurare l’esplosione di un vero e proprio dramma sociale che coinvolgerebbe migliaia di lavoratori e le loro famiglie. Analogamente andrebbero programmate politiche di contenimento alle forme di lavoro precario e sommerso che sempre di più sono la cifra del disagio del mondo del lavoro nella nostra Provincia.“La legalità – conclude la nota- è la parola d’ordine del Sindacato calabrese. L’economia criminale, infatti, sottrae risorse ingenti allo sviluppo dell’economia sana, depredando i cittadini di questa terra della possibilità di crescere liberi e costringendo i nostri giovani a cercare altrove quelle opportunità di lavoro qualificato che sono spesso negati ai calabresi. Da qui la necessità di rafforzare le misure di sostegno all’attività della Magistratura e della forze dell’ordine e l’utilizzo dei beni confiscati per iniziative di forte impatto sociale, ma anche il contrasto a qualsiasi forma di lavoro nero e di sfruttamento che in questo contesto colpisce non solo i cittadini calabresi ma ancora più duramente di più i migranti”.

 

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