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Muore dopo trasfusione
Procura apre inchiesta

foto gazzetta del sud

Convivere per 24 anni con una leucemia e morire in una sera d'estate per una trasfusione infetta all'Annunziata di Cosenza. Vittima del presunto caso di malasanità un settantenne di Rende che si è recato al pronto soccorso. Per i sanitari un codice bianco, dunque non grave, uno stato anemico per il quale è stata disposta una trasfusione. Le 19 del 4 luglio scorso data e ora che i familiari dell'uomo non potranno mai dimenticare. Il settantenne in una stanza attigua al pronto soccorso inizia l'emotrasfusione, ma non appena il sangue arriva in vena l'uomo comincia a tremare, ha brividi, sviene, non riesce più a parlare. Il ricovero nel reparto di Medicina, dopo otto lunghe d'angoscia il decesso. La sacca di sangue utilizzata per la trasfusione secondo quanto accertato era contaminata da germi patogeni. L'uomo è morto per shock settico. I familiari hanno denunciato il caso alla magistratura. Il tribunale di Cosenza, il procuratore Dario Granieri ha aperto un'inchiesta e già nelle prossime ore saranno avviati accertamenti. Dal faldone delle carte, presentate dai legali della famiglia dell'Uomo gli avvocati Massimiliano Coppa, Chiara Penna, Paolo Coppa e Luigi Forciniti, emergerebbe un sospetto grave, quello cioè di una vera e propria epidemia. Non sarebbe la prima sacca inquinata utilizzata nel presidio ospedaliero, ci sarebbero altri casi, ad affermarlo i familiari dell'uomo deceduto nei giorni scorsi. Ci sarebbe inoltre la relazione di un primario dell'ospedale di Cosenza che attesterebbe l'emergenza evidenziando l'assoluta necessità di urgenti controlli e verifiche sulle procedure di approvvigionamento , confezionamento e trasporto del sangue nel nostro ospedale” .

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