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Alla guida nonostante
i domiciliari, è
in fin di vita

I rottami sparpagliati ai margini della carreggiata, poggiati alla rinfusa al termine di una nottata illuminata dai lampeggianti, incuriosiscono i vacanzieri della domenica. Immaginano ma non possono sapere i mattinieri amanti della spiaggia che quelli sono i segni dell’ultimo scontro, l’ennesimo, che appena qualche ora prima ha macchiato di sangue l’asfalto della Silana-Crotonese. Un incidente dalla dinamica ancora da accertare nei minimi dettagli, ma condizionato da un elemento tutt’altro che trascurabile: uno dei conducenti coinvolti non doveva trovarsi lì perché sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Tutto è accaduto in un attimo alle 3 di ieri, nel tratto della Statale 107 che attraversa contrada Cutura, nelle vicinanze dell’area commerciale adagiata su un fianco del campus universitario di Arcavacata. A quell’ora le auto in circolazione sono pochissime, per lo più occupate da giovani di ritorno dalle località turistiche del litorale tirrenico. Affondare il piede sull’acceleratore, soprattutto in quel rettilineo a due passi dall’ateneo, è un pericoloso vizio che accomuna molti automobilisti. Nonostante divieti e tabelloni capaci di segnalare in tempo reale la velocità di ogni mezzo in transito. Sulla strada del mare in quegli istanti stanno viaggiando anche due ragazzi di Rende, entrambi da soli alla guida dei rispettivi veicoli, uno diretto verso la costa e l’altro verso il capoluogo bruzio. All’improvviso accade qualcosa di terribile: le due auto si scontrano frontalmente. L’impatto è terrificante, tanto da non far capire ai primi soccorritori che le macchine coinvolte nell’impatto sono più di una. I due giovani rendesi, uno di 32 e l’altro di 29 anni, vengono trasportati d’urgenza al pronto soccorso dell’Annunziata. Le loro condizioni sono gravissime. Al punto che i medici decidono di non perdere tempo, spedendo immediatamente uno dei feriti in sala operatoria per un delicato intervento chirurgico. Adesso il più anziano è ricoverato in rianimazione, l’altro nel reparto di chirurgia toracica. Per entrambi la prognosi rimane riservata.

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