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«Gabriele doveva servire messa» Sui social lo strazio della madre

«Gabriele doveva servire messa» Sui social lo strazio della madre

Sangineto

«Mio figlio doveva fare il chierichetto oggi... Si era fatto dei compagni a Cittadella...». Il dolore di una madre che ha perso il figlio attraversa la rete. «Ti trovavi bene, ma io martedì ti ho visto e venerdì sei morto. Non so cosa dire. Mi manca la tua voce. Ci sentivamo tutti i giorni, adesso non ti sento più. Solo il tuo sguardo impresso. Non mi posso perdonare questo». Parole impastate di angoscia e di sofferenza, di incredulità e sensi di colpa, di un futuro cancellato per una tragica fatalità che costringe una madre a sopravvivere alla morte del suo ragazzo. A scriverle, sui social, è Valentina Alampi, mamma di Gabriele Bono, 13 anni, deceduto, pare, a causa della caduta della traversa di una porta da calcetto. Vivevano lontani, ma si vedevano spesso e si sentivano ogni giorno, Valentina e Gabriele, ospite della comunità socio-educativa “Lo Scoiattolo” di Sangineto. È lo strazio di una donna che chiede di vedere il figlio. Aspetta quel corpo, Valentina, per riportarlo a casa, a Seminara: qui tutti conoscevano Gabriele, la sua solarità, la sua allegria e voglia di vivere. Sotto choc anche gli altri bambini, ospiti dello “Scoiattolo”, molti dei quali venerdì hanno assistito attoniti alla caduta della traversa sul corpo di Gabriele, poi spirato durante il tragitto in ospedale. Come in un vortice di emozioni, la domanda che assilla tutti si focalizza proprio su quelle attrezzature. L’inchiesta, avviata dalla Procura di Paola, dovrà stabilire se le porte erano a norma e, se così non fosse, chi sarebbe il presunto responsabile. Tasselli utili che potrebbero emergere dall’autopsia, che sarà eseguita oggi pomeriggio, alla clinica “Tricarico” di Belvedere Marittimo, da Vannio Vercillo e Arcangelo Fonti, consulenti nominati dalla Procura. All’ispezione cadaverica assisterà anche Emilio D’Oro, perito di parte, nominato dagli indagati. Sul piano giudiziario, l’inchiesta porta una novità: il numero degli iscritti nel registro degli indagati sale a cinque. Oltre a Maurizio Arci, legale rappresentante della struttura, figurano i nomi di Rossella Verta, Rosangela Crusco, Rosario Ruggiero e Vincenzo Tripicchio (sono educatori e dipendenti della comunità socio-educativa). Tutti sono indagati, a vario titolo, nella vicenda che ha portato alla morte di Gabriele Bono.

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Focus

Le investigazioni

Sale a cinque il numero delle persone iscritte nel registro degli indagati per la morte di Gabriele Bono, 13 anni, originario di Seminara, ma da qualche mese ospite nella comunità socio-educativa “Lo Scoiattolo” di Sangineto. Nel fascicolo della Procura di Paola sono presenti i nomi del legale rappresentante della struttura, oltre a educatori e dipendenti (la maggior parte è assistita dall’avvocato Alessandro Gaeta, del foro di Paola). Tutti sono indagati, a vario titolo, nella tragica morte del ragazzino, avvenuta venerdì pomeriggio a causa, pare, della caduta di una porta di calcetto. Oggi pomeriggio, nella clinica “Tricarico” di Belvedere Marittimo sarà effettuata l’autopsia.

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