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Scomparso un ventisettenne, ritrovato il suo furgone

Scomparso un ventisettenne, ritrovato il suo furgone

 Stando ad una prima ricostruzione dei fatti, il ragazzo si sarebbe allontanato ieri mattina alle prime luci dell’alba col suo Fiat Doblò di colore bianco dopo aver accompagnato il padre sul posto lavoro, senza lasciare nessun messaggio ad amici e parenti e facendo perdere le sue tracce. Paura e apprensione tra i propri cari sin dai primi attimi in cui si è registrata la scomparsa del ragazzo. Pare che il giovane, dopo aver lasciato il padre, dovesse prelevare la madre a casa per accompagnarla a disbrigare alcune commissioni. Una destinazione mai raggiunta alla quale si accompagnava anche il fatto che il telefono di Andrea risultava spento e senza segnale, sollevando così molti dubbi sulla vicenda. A denunciare la scomparsa del ventisettenne è stato proprio il padre verso l’ora di pranzo quando, visto l’esito delle prime inutili ricerche, si è recato alla Tenenza dei Carabinieri di Cassano per segnalare come il figlio mancasse da casa e fosse irreperibile ormai da diverse ore. I militari dell’Arma, guidati dal tenente Michele Fiorenzo Dileo, hanno subito attivato tutte le contromisure previste in questi casi dal protocollo senza nemmeno attendere le 24 ore di rito. Familiari e amici non sono rimasti a guardare e hanno avviato subito le ricerche. I primi risultati sono arrivati nel pomeriggio quando è stato ritrovato in una piazzola di sosta, in una delle curve sulla Provinciale 263, la ex Statale 105 che collega la Sibaritide al Tirreno, all’altezza di Francavilla Marittima, il Fiat Doblò del ragazzo. Nel frattempo la notizia della scomparsa si diffondeva a macchia d’olio in tutta la città. Sul posto, oltre ai militari di Cassano e Castrovillari, sono intervenuti i carabinieri forestali di Civita e il Soccorso alpino che hanno iniziato le ricerche del ragazzo battendo a palmo a palmo tutto il costone della vallata che separa Cassano da Civita e dal torrente Raganello. Il Soccorso alpino, con l’arrivo delle tenebre, ha messo in funzione, oltre alle squadre a piedi, anche un elicottero restando in attesa delle unità cinofile. «Sabato siamo usciti – ha riferito un amico – era tutto normale. Ci siamo divertiti e siamo tornati a casa». Sembra che all’origine del gesto, che pare essere un allontanamento volontario senza nessuna costrizione, possano esserci degli episodi che hanno riguardato alcuni membri della famiglia, e che possano aver causato un malessere nel giovane ragazzo di contrada Murate.

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