Una famiglia sotto tiro per l’impegno elettorale del genero. Padre e madre raggiunti addirittura in casa per far capire loro che quel colloquio registrato dal fidanzato della figlia – intercettazione tra l’altro finita nelle mani del diretto avversario politico bollato come «un ignorante e analfabeta» – avrebbe avuto gravi conseguenze giudiziarie. C’è anche questo episodio nelle accuse lanciate dalla Procura di Paola contro l’ex consigliere regionale Franco La Rupa e il consigliere comunale di Amantea Marcello Socievole, finiti due giorni fa in carcere per voto di scambio e tentata estorsione. I fatti contestati si riferiscono ai giorni immediatamente precedenti alle elezioni comunali dell’11 giugno scorso, consultazione che ha visto trionfare proprio il candidato supportato da La Rupa e Socievole, il neo sindaco amanteano Mario Pizzino. Successo alle urne sul quale adesso pesa come un macigno il presunto ricatto ai danni d’un giovane amministratore, amico d’infanzia di uno dei candidati nella lista guidata da Tommaso Signorelli, sfidante di Pizzino insieme alla pentastellata Francesca Menichino.
Familiari preoccupati
Perno centrale dell’inchiesta è un presunto ricatto lavorativo: La Rupa e Socievole, quest’ultimo anche presidente della locale squadra di calcio, avrebbero infatti prospettato alla loro vittima il mancato rinnovo del contratto sottoscritto dalla futura moglie, operatrice in un asilo nido comunale di Amantea, in caso di mancato sostegno elettorale. All’incontro serale registrato dal giovane amministratore all’insaputa degli accusati, sarebbe poi seguita una “visita” tutt’altro che amichevole di Socievole, al quale il sindaco Pizzino ha revocato le deleghe subito dopo l’arresto. Del file audio compromettente si cominciava del resto già a parlare in paese, visto che una copia era finita proprio nelle mani dell’aspirante primo cittadino Signorelli. Il patron dell’Amantea si sarebbe così recato infuriato in casa dei suoceri del giovane amministratore, pretendendo tra le altre cose la distruzione dell’intercettazione effettuata con un telefonino. Dopo quell’incontro ad alta tensione, marito e moglie convocano il genero per capire cosa sia accaduto, biasimandolo anche. Ma la vittima non ci sta, sostenendo di essersi preso quel rischio per tutelare se stesso e la sua promessa sposa.
Le conferme della donna
I carabinieri della Stazione di Amantea hanno pure ascoltato la fidanzata del giovane amministratore. E lei ha messo a verbale di aver sentito con le sue orecchie la conversazione tra il futuro marito e i due sospettati, origliando da dietro la finestra grazie ai finestrini aperti della Jaguar ferma sotto casa. «La Rupa – sottoscrive la ragazza – faceva chiaro riferimento al mio posto di lavoro affermando che se avessimo votato Marcello Socievole e la lista di riferimento avrei avuto sicuramente la possibilità di ottenere il rinnovo del mio contratto di lavoro». «In quel momento ho pensato sinceramente che la politica era tutto uno schifo», chiosa la donna.
Arresto convalidato
Già nel pomeriggio di ieri, a poche ore dal loro arresto, Franco La Rupa e Marcello Socievole sono stati sottoposti all’interrogatorio di garanzia. Difesi rispettivamente dagli avvocati Gregorio Barba e Nicola Carratelli, entrambi hanno inteso rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Rosamaria Mesiti. La Rupa e Socievole si sono dichiarati estranei alle contestazioni, sostenendo di non aver mai messo in atto pressioni nei confronti del giovane amministratore e dei suoi familiari. Il consigliere comunale in particolare ha aggiunto di non aver nemmeno conosciuto l’autore della registrazione. I difensori hanno invocato la scarcerazione dei loro assistiti. Anche alla luce del breve tempo trascorso dall’arresto, il gip ha però respinto le istanze convalidando la misura cautelare emessa.
Sono finiti in carcere per voto di scambio e tentata estorsione Franco La Rupa e Marcello Socievole, rispettivamente di 59 e 53 anni. A condurre le indagini la Procura di Paola, rappresentata dal neo procuratore Pierpaolo Bruni e dal sostituto Anna Chiara Fasano. Gli arresti disposti e convalidati dal gip Rosamaria Mesiti sono stati eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale, diretti dal colonnello Fabio Ottaviani. A raccogliere gli elementi d’accusa alla base dell’ordinanza di custodia cautelare ci hanno pensato i militari della Stazione di Amantea, agli ordini del maresciallo Tomaso Cerza. A loro è stato infatti consegnato il file audio registrato dalla presunta vittima, una captazione che attraverso whatsapp era pure finita nelle mani dell’aspirante sindaco Tommaso Signorelli, avversario di La Rupa e Socievole.
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