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Pasqua col giallo

Pasqua col giallo

La vigilia di Pasqua si tinge di giallo, nella piccola cittadina arbëreshe che si affaccia sulla Valle dell’Esaro. Una donna di nazionalità lituana, Ina Jurjeva, di 42 anni, è stata rinvenuta priva di vita nella sua abitazione posta al primo piano di Vico Cieco, una traversa della centralissima via Moroiti, dove conviveva con Krysto Rublan, un ucrainodi 43 anni.

Sono le 11,30 circa di sabato, pressoché nell’ora in cui nei paesi di rito greco-bizantino, come Santa Sofia, i rintocchi delle campane a festa annunciano la resurrezione di Cristo al suono delle campane a festa, quando un amico del compagno della donna, da lui chiamato durante le prime ore del mattino, farfugliando qualche frase di aiuto, insieme ad un carabiniere della locale Stazione a cui si era rivolto, entra in casa della Jurjeva e la trovano distesa sul letto, in pigiama, priva di vita, con una escoriazione alla testa.

Il convivente, in evidente stato confusionale, non riesce a dare spiegazioni su quanto accaduto e, con un’ambulanza del “118”, scortato da due “gazzelle” dei carabinieri, viene accompagnato all’ospedale dell’“Annunziata” di Cosenza, in attesa di fornire risposte convincenti agli investigatori.

Partono subito i rilievi e non si esclude nessuna ipotesi. All’esame degli inquirenti tutti i reperti rinvenuti sulla “scena del crimine”. Le indagini sono condotte dai carabinieri della Stazione di Santa Sofia d’Epiro, guidati dal maresciallo Giovanni Rega, e coordinate dal comandante della Compagnia di San Marco Argentano, il capitano Giuseppe Abrescia.

Viene naturalmente avvisato anche il capo della Procura di Castrovillari, Eugenio Facciolla, che coordina l’inchiesta.

Come da prassi, sul luogo del decesso, arriva la Scientifica del Comando provinciale dell’Arma, la locale guardia medica ed il medico legale. I detective dell’Arma effettuano il sopralluogo mentre i sanitari si occupano dell’esame esterno sul cadavere.

Per una risposta sull’ora della morte e sulle sue cause, però, si aspetta l’esito dell’esame autoptico che sarà eseguito nell’obitorio dell’ospedale “Ferrari” di Castrovillari dove il cadavere Ina Jurjeva è stato trasportato per ordine della magistratura.

La coppia, operaio lui e bracciante agricola lei, viveva a Santa Sofia d’Epiro da circa 15 anni. E, quindi, erano conosciuti da tutta la popolazione del piccolo centro colpito a ciel sereno, in un periodo in cui aleggia la pace e la speranza tipiche della Pasqua, da una così tragico e triste evento.

Da numerose testimonianze, specie dei vicini di casa, emerge che numerosi e violenti erano i litigi tra i due che, spesso e volentieri, facevano uso di bevande alcoliche (ieri sarebbero state trovate decine di bottiglie vuote in quelle stanze). Ma non c’era stata nessuna denuncia. Tutto si risolveva in famiglia.

Ecco perché, quando durante le prime ore di venerdì, Krysto Rublan aveva telefonato, ad un suo amico, chiedendogli aiuto, sia pure in maniera disconnessa e confusa, quest’ultimo aveva pensato trattarsi di uno dei soliti litigi. Nulla di grave. E, quindi, soltanto quando non ha poi visto in mattinata Krysto o Ina in giro per il paese ha ritenuto necessario intervenire. E, probabilmente, temendo qualcosa di serio, avrebbe chiesto anche il supporto di un carabiniere.

Ma, per la povera Ina, non c’era più niente da fare. Al momento rimangono molti interrogativi e molti perché a cui dare una risposta che sicuramente arriverà dall’autopsia. E, intanto, un’intera comunità piange, incredula, una giovane donna che da quindici anni aveva scelto questo borgo come sua seconda patria.

Il giallo di Pasqua a Santa Sofia d’Epiro comincia venerdì con la richiesta d’aiuto di un ucraino a un connazionale. L’uomo pensa al solito litigio dell’amico con la compagna, abituali consumatori di bevande alcoliche. Ma sabato mattina, non vedendoli fuori, decide di rivolgersi ai carabinieri per andare a cercarli a casa. E dentro l’abitazione, che sorge nel centro storico del piccolo borgo arbëreshe trovano l’uomo ubriaco e in stato confusionale e la donna Ina Jurjeva, 42 anni, bracciante agricola originaria della Lituania, già morta sul letto. Dietro al capo una lieve escoriazione. L’uomo non riesce a mettere in fila due parole e viene trasferito con un’ambulanza del “118” a Cosenza, all’ospedale dell’“Annunziata”. Il capo dei pm di Castrovillari, Eugenio Facciolla, ha disposto l’autopsia sul cadavere della donna che verrà eseguita nell’obitorio dell’ospedale “Ferrari” di Castrovillari. Nell’abitazione, i carabinieri della Scientifica del Nucleo investigativo del Reparto provinciale mettono insieme le tracce per ricostruire il mosaico nel quale la morte della donna è maturata. E dentro quelle stanze rinvengono numerose bottiglie di alcolici.

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