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Cosenza, ripartire e non recriminare

La vittoria sfumata al 96’ sul Pisa ha lasciato l’amaro in bocca, ma restano 6 i punti i distanza dalla zona playout

La vittoria del Sudtirol ha confermato il Cosenza a sei punti di distanza dai playout. Con due vittorie ed un pareggio, migliore striscia accumulata fino a questo momento in campionato, i rossoblù sono riusciti a prendere quota ed a portarsi ad un margine di vantaggio rassicurante dalla quintultima posizione. Il pareggio con il Pisa però ha lasciato grossi rammarichi tra la tifoseria silana.
L’1-0 sfumato al 96’ avrebbe permesso a Micai e compagni di portarsi a sole due lunghezze dall’ottavo posto. Il gol di Caracciolo ha invece gelato il “Marulla”. Il Cosenza accusa quattro punti dai quartieri della graduatoria più significativi. Ancora una volta, quindi, è mancato il guizzo per compiere il salto di qualità. Nel processo di crescita sotto il piano mentale, i rossoblù hanno confermato di avere ancora ampi margini di miglioramento. La mezz’ora finale contro i nerazzurri ha fatto emergere ingenuità e difficoltà.
In vantaggio di un gol e di un uomo, la squadra di Caserta ha fatto tantissima confusione, rimanendo a testa bassa nel periodo di maggiore pressione degli avversari. Nonostante la presenza contemporanea di due elementi in grado di far girare il pallone (Viviani e Calò), il Cosenza ha peccato d’imprecisione, mostrandosi incapace di gestire il pallone quando questo ha cominciato a scottare.
Sotto accusa sono finiti pure i cambi di Fabio Caserta, in parte costretti. La scelta che ha convinto meno è stata rappresentata dalla sostituzione di Zuccon. L’allenatore lo ha sostituito perché ha considerato prioritario l’ingresso di un calciatore «più dinamico ed in grado di andare a cacciare le seconde palle ricercate dalla squadra di Aquilani» (Voca, ndc). In precedenza, aveva già sostituito Praszelik, in odore di cartellino rosso dopo averla passata liscia nel recupero della prima frazione.
Non sono stati indimenticabili neppure i primi minuti di Mirko Antonucci. Il romano non ha saputo incidere. Ha provato a mettersi in proprio in alcune circostanze finendo per perdere il pallone. Il desiderio di presentarsi con un colpo ad effetto ai nuovi tifosi non è bastato. Avrà ora tutta la settimana a disposizione per integrarsi nello spogliatoio e nelle richieste tattiche di Caserta.
Al di là della scelta degli uomini, tuttavia, è stata la gestione del vantaggio ad essere apparsa negativa, nonostante l’allenatore si sia prodigato per chiedere ai suoi di restare alti negli ultimi minuti. I suoi però non sono mai riusciti a consegnare un pallone giocabile a Francesco Forte. La fisicità del romano sarebbe potuta tornare molto utile per guadagnare terreno, respirare e ricacciare all’indietro il Pisa, che nella fase centrale del secondo tempo, pure attraverso i cambi, si è limitata a «difendere il minimo svantaggio» per giocarsi poi il tutto per tutto con gli ingressi dei suoi uomini di maggiore esperienza, Masucci e Torregrossa.
Sabato prossimo, al “Braglia”, contro il Modena si presenta una nuova ghiotta opportunità per tentare di aprire il discorso playoff. Un altro esame di maturità per Tutino e compagni che con un nuovo acuto possono candidarsi ad un finale di stagione da sogno.

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