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“Non è tempo per noi”: Cosenza, quel frutto è ancora acerbo. Adesso almeno un occhio... alla prossima stagione

“Non è tempo per noi” cantava Ligabue. Non lo è, evidentemente, neanche per i lupi rossoblù. Nel giorno della festa per i 110 anni di storia, che sul campo sarebbe potuto coincidere con il momentaneo raggiungimento di un piazzamento playoff, il Cosenza si è sciolto come neve al sole davanti a 15mila spettatori. Un antipasto succulento in vista del derby del 3 marzo. Occasione sprecata o momento di crescita? Punti di vista. Di sicuro, non c'è niente di casuale nel campionato del Cosenza. Nessuno ha chiesto ai rossoblù di centrare i playoff a tutti i costi, ma è legittimo che i tifosi facciano la bocca alla prospettiva di giocarsi il tutto per tutto - una volta tanto con il naso all'insù e non guardandosi le spalle -, ma dalla discontinuità mostrata nell'arco dei primi due terzi di stagione, si fa largo la tesi che i tempi non sono ancora maturi per ambire a niente di più che a una salvezza tranquilla. La stagione del Cosenza è caratterizzata da questo grande equivoco: qual è il reale obiettivo? Ecco, rispondendo con chiarezza a questa domanda, forse anche una sconfitta casalinga contro la Samp, in un giorno di festa, potrebbe essere meno dolorosa. La realtà è una e risiede proprio nelle parole di... Ligabue: “Non è tempo per noi”. O meglio, i tempi non sono maturi.

E adesso? Obiettivo numero uno: scollinare il prima possibile - ché in serie B non si mai... - portandosi oltre quota 40 e scongiurare qualsiasi tipo di harakiri. Obiettivo numero due: non lasciare nulla di intentato: se dovessero aprirsi altri varchi verso le prime otto posizioni, bisognerà essere bravi a cogliere l'occasione ed entrare, senza che questa, oltre che un'ambizione, diventi un'ossessione. Obiettivo numero tre, il più importante di tutti: per la prima volta, da quando il Cosenza è tornato in serie B, la posizione di classifica consente di pensare al futuro. A differenza dei campionati precedenti, infatti, quando c'era da trovare l'alchimia giusta per centrare una salvezza sul campo, la stagione 2023-2024 permette di poter programmare. Ma da oggi, non da domani. A cominciare dai contratti in scadenza e dai potenziali riscatti. Il parco giocatori non è da rivoltare come un calzino alla stregua del recente passato. Anzi: c'è più di una nota positiva, a cominciare da Tutino. Il pallino è nelle mani della società, che conserva il diritto di riscatto. Gennaro da Napoli sta benissimo a Cosenza e non si opporrebbe mai a una conferma, nonostante si stia rivelando uno dei giocatori più decisivi della categoria pur non lottando spudoratamente per le prime posizioni. Ma prima di passare all'0rganico, c'è da prolungare il contratto di Gemmi. Un modo per dargli un po' di "potere contrattuale in più" nelle trattative con giocatori e club. E Caserta? La sua eventuale conferma dipenderà da come si concluderà il campionato. Qualcosa di buono, soprattutto all'inizio, il tecnico di Melito l'ha mostrata e, nonostante molteplici pressioni, la società ha ritenuto opportuno accordargli ancora fiducia. Toccherà a lui coltivarla in questi ultimi tre mesi. Anche in questo caso, osservare la classifica può aiutare: il Cosenza non è nei guai come in altri anni, anche se sogni e velleità, al momento, vanno riposte nel cassetto. Non c'è niente di male a programmare con largo anticipo. Perché sul campo, evidentemente, “Non è tempo per noi”. E perché dilapidare questo vantaggio temporale sarebbe un errore madornale.

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