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Cosenza, suona l’allarme: sgretolate tutte le certezze

La squadra rossoblù continua a rimanere un’incompiuta

Le aspettative disilluse del derby hanno fatto ripiombare il Cosenza nell’incertezza e nello sconforto. I rossoblù continuano ad essere un’incompiuta. Sulla sconfitta hanno inciso certamente un po' di sfortuna (l’infortunio di Tutino dopo pochi minuti e il palo di Antonucci in apertura del secondo tempo) e l’episodio dubbio della rete non convalidata a Calò (Mazzocchi salta ma in nessun momento sembra ostacolare fallosamente Fulignati, che si muove verso il 30 del Cosenza e smanaccia il pallone), avvenimenti che non bastano a giustificare le difficoltà a compiere il salto di qualità in alcuni momenti della stagione.
La squadra di Fabio Caserta ha confermato di non avere le risorse tecniche e soprattutto temperamentali per azzannare le posizioni che contano, sottolineando una volta di più che il processo di maturità non è stato ancora completato. Il pareggio del “Tardini” è diventato uno sbiadito ricordo dopo la sconfitta interna contro il Catanzaro; kappaò che ha fatto il paio con quello incamerato nel giorno delle celebrazioni dei centodieci anni contro la Sampdoria. Al “Marulla”, domenica, è arrivata la sesta sconfitta in 14 partite casalinghe (43%). Un numero considerevole, specie se maturato da un gruppo capace di ambire quantomeno ad una salvezza senza le angosce degli anni passati. L'aggravante, in comparazione con la scorsa stagione, è costituita dal fatto che nonostante le palpitazioni e le preoccupazioni vissute, in quella circostanza, il Cosenza è stato capace di esprimere numeri migliori davanti al proprio pubblico. Al termine del campionato, infatti, ha maturato “soltanto” cinque sconfitte (26,32%), una in meno rispetto ad oggi (quando mancano ancora 5 partite interne da disputare). I dati gettano la croce addosso a Caserta, scaricato da una parte della tifoseria, inviperita per il doppio derby perso e per un atteggiamento tattico ritenuto troppe volte spregiudicato.
La classifica non lascia dormire completamente sonni sereni: l’ottavo posto è distante tre punti ma la quintultima piazza è lontana 4 lunghezze. Sabato pomeriggio bisogna evitare il suicidio perfetto contro un avversario, il Cittadella, proveniente da 8 sconfitte di fila. Un rivale affamato e incattivito, davanti al quale i silani, malgrado non giungano nelle migliori condizioni, dovranno essere bravi a pareggiare prima di tutto la carica mentale.
Caserta perderà per squalifica tre pedine in un solo colpo: Venturi, D’Orazio e Mazzocchi (oltre a loro sarà fermato per un turno pure il collaboratore dell’area tecnica Armando Perna). L’allenatore melitese non avrà ricambi di garanzia né al centro della difesa (Camporese e Fontanarosa torneranno a far coppia come avvenuto con la Sampdoria, quando entrambi si sono macchiati di evidenti errori nelle marcature blucerchiate) né sulla corsia sinistra. L’assenza del terzo elemento, poi, potrebbe essere avvertita in fase di non possesso. Nel reparto avanzato, Caserta dovrà decidere se insistere con Antonucci in posizione centrale, alle spalle della punta vertice, con Canotto e Marras sugli esterni, o rinunciare ad uno dei 3 restituendo la titolarità a Voca e optando per uno schieramento meno arrembante.

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