Probabilmente - dopo 13 anni di gestione Guarascio, ne abbiamo ben donde - chi guida il Cosenza calcio crede che il silenzio sia l'arma migliore quando le cose vanno male. Meglio non dare spiegazioni. Chiudersi a riccio e trincerarsi dietro un assordante mutismo, sperando che tutto passi in fretta. Ecco, magari tornerebbe utile un colpetto di calciomercato (perché anche lì c'è grande scetticismo e questo merita un capitolo a parte), ma rappresenterebbe comunque uno specchietto per le allodole. Fumo negli occhi dei tifosi che il “giochino” lo hanno scoperto da un pezzo. Sono troppi gli interrogativi senza risposta legati al Cosenza, quasi da far passare in secondo piano la parte tecnica, il campo. In ordine di tempo, solo per citare i più eclatanti, il deferimento per i mancati versamenti delle ritenute Irpef e dei versamenti Inps (che costerà ai lupi una penalizzazione), passando per la mancata iscrizione al nuovo campionato della squadra di calcio femminile (facendo calare, di fatto, la saracinesca su quanto costruito negli ultimi anni dalle "lupe") fino ad arrivare alla questione della prevendita della partita di domenica contro la Cremonese che - nel momento in cui scriviamo - non è ancora partita. Per non parlare del silenzioso (anche quello) repulisti che il presidente Guarascio sta operando all'interno delle stanze di via Stadi (e che, in un primo momento, aveva toccato anche il team manager Kevin Marulla), della scarsa cura - ormai acclarata e cristallizzata - del settore giovanile e di altri aspetti gestionali (alcuni steward, stanchi dei ritardi nei pagamenti, hanno mollato il patron...). Sia chiaro, da qui alle prossime settimane potrebbero arrivare tutte le soluzioni a ognuna di queste grane: oltre a essere legittimo, è auspicabile che il patron risolva tutto (o almeno si spera...). Ciò che fa rumore è proprio il silenzio, che ha come effetto principale quello di alimentare il chiacchiericcio e i sospetti. Non è dato sapere (ufficialmente) perché il Cosenza verrà penalizzato, perché è stata decretata la morte del calcio femminile, come mai gli steward bussano - senza ottenere risposta - alla porta di Guarascio e perché chi ha preso un treno da Sibari (caso concreto) direzione Cosenza per acquistare il biglietto della prima in campionato, è stato costretto a scendere alla prima fermata utile per tornare indietro perché no, non è partita la prevendita. Forse il presidente crede che non offrire risposte neutralizzi i problemi, come se questi non si fossero mai verificati. Di certo, la stagione non è affatto partita con i migliori auspici. A questo punto sarebbe il caso che anche un direttore generale del calibro di Peppe Ursino, uomo di calcio con un passato glorioso in categoria, chieda spiegazioni. E ne dia a una Cosenza calcistica, già scoraggiata già prima dell'inizio del campionato.
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