Follia. Non c'è altro termine da accostare alla scelta del Cosenza calcio di gonfiare il costo dei biglietti in vista del derby. Cifre spropositate, che suonano più di provocazione che di scelta ponderata. Una follia, appunto. Perché, fatta eccezione per i non abbonati (essendo la Giornata rossoblù, come programmato, toccherà pagare anche a loro ma da 19 euro in su in base al settore scelto), i supporter del Cosenza vorranno vedere il derby dovranno letteralmente svenarsi. In un periodo dell'anno, poi, in cui le spese non mancano. Una famiglia di quattro persone che vorrebbe presentarsi nei settori più popolari (le due Curve) dovrebbe scucire 120 euro, per non parlare di coloro i quali oserebbero (è il caso di dirlo) di accomodarsi in tribuna (la A e la B costano rispettivamente 52 e 38 euro a tifoso). Che si tratta di una follia era stato già detto?
Guarascio e quel gusto sadico di farsi detestare
Evidentemente - non ci sarebbe altra spiegazione - il patron prova del gusto a farsi detestare dalla maggior parte della tifoseria (ma di questo passo sarà davvero difficile trovare un seguace...). Una scelta del genere, alla vigilia di un'altra partita fondamentale (lo scontro diretto a Carrara, pesante allo stesso modo e forse anche di più a livello di classifica), è letteralmente inspiegabile. Per quanto la squadra possa tentare di isolarsi in una bolla, lontano dalla città dei bruzi, l'onda del malcontento arriverà fino in Toscana e aggiungerà ulteriore pressione a dei giocatori e a un tecnico che stanno andando ben oltre le proprie possibilità. E che avrebbe bisogno di un grande sostegno nel derby: cosa che non accadrà, perché la tifoseria è pronta a uno storico ammutinamento. Perché c'è un limite a tutto, non si può chiedere neanche al più appassionato dei tifosi rossoblù di barattare la propria fede con la dignità.
L'oggetto misterioso Ursino
Era arrivato in pompa magna, forte di un grande curriculum in sella al Crotone, ma al momento non si è mai visto e sentito il dg Peppe Ursino. Assecondare una gestione societaria sempre più dissennata non lo rende meno colpevole di chi materialmente ha premuto il bottone del caro-biglietti.
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