Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L'“inadeguatezza“ del ds Delvecchio e la “latitanza“ del patron Guarascio: la salvezza del Cosenza è in mano alle sfere celesti

Il direttore sportivo analizza il mercato di gennaio e le difficoltà che lo hanno caratterizzato. Su Alvini: "Abbiamo preferito confermarlo perché la squadra è molto legata a lui"

«Non sono la persona adatta per rispondere a questa domanda». Lo avrà ripetuto almeno tre volte, nel corso della conferenza post mercato, il direttore sportivo Gennaro Delvecchio.
Il ds si presenta all'appuntamento con il piglio grintoso di chi, ancora, vuole spronare la squadra a crederci, con una timida speranza (nulla più) che anche l'ambiente possa fare altrettanto. Ma il clima è subito gelido (anche climaticamente, dato che la sala stampa è una cella frigorifera...) in mezzo ai giornalisti che chiedono conto del mercato, ma non solo. Sia chiaro, il ds Delvecchio ha le proprie responsabilità ma considerarlo il colpevole - magari il solo - dell'ultimo posto del Cosenza, sarebbe profondamente ingiusto. Soprattutto dopo l'addio del dg Beppe Ursino che lo ha di fatto lasciato solo a combattere in mezzo alle onde alte portandosi anche dietro il surf. E proprio per questo motivo, Delvecchio non era affatto la persona adeguata a rispondere al 90% delle domande dei cronisti, e non perché questi siano particolarmente distratti da porre interrogativi fuori luogo. Il vero problema è che a metterci la faccia dovevano essere l'amministratore unico della società, Rita Scalise, e il patron del club, Eugenio Guarascio. Perché ai tifosi, alla stampa e agli addetti ai lavori, bisognava rispondere su tantissime questioni irrisolte, legate al mercato ma non solo. La società è in vendita? Perché Alvini siederà in panchina nonostante si fosse virato decisamente su Lucarelli (circostanza confermata solo in parte dal ds che ha parlato di una riflessione di un'ora prima di ricontattare l'avvocato dell'ex bomber rossoblù e comunicargli l'intenzione di proseguire con Alvini)? Perché nessuno - fatta eccezione per il lupo di nascita e di sentimenti, Luca Garritano - ha voluto sposare la causa rossoblù? Quanto è stato realmente investito sul mercato rispetto alle annate precedenti? Come mai da inizio anno, uno dietro l'altro, molti collaboratori hanno interrotto il loro rapporto con il Cosenza? Perché da settimane i social sono stati chiusi ai commenti della tifoseria? Ecco, molti di questi interrogativi sono stati posti a Del Vecchio che ha risposto alzando le spalle: «Io devo solo pensare a lavorare e a lottare, così come la squadra e il tecnico. Altre cose non mi competono. Quanto al mercato, ho provato a premere qualche tasto ma la risposta è stata negativa. Vi faccio un esempio: il centrocampista Majer non se l’è sentita di venire qui con la squadra ultima in classifica. Dimissioni? Non scappo e cammino sempre e testa alta. Ripeto, a noi spetta lavorare e sperare di vincere la prossima partita». E ancora: «Dopo la partita con la Samp mi hanno contattato per propormi sette allenatori, tra cui Lucarelli. Dopo un’ora ho parlato con il suo avvocato ho detto no, abbiamo preferito restare con Alvini perché la squadra è molto legata a lui».
E alla fine si torna sempre alla frase ricorrente: «Non sono la persona adatta per rispondere a questa domanda». E infatti Gennaro Delvecchio non lo è: non per incapacità, ma semplicemente perché non è il presidente o un rappresentante della società, ma un ds che come tanti altri venuti in passato, al pari degli allenatori, hanno dovuto giocare il ruolo di parafulmine. Ecco, anche quest'anno, soprattutto quest'anno, ai sostenitori del Cosenza non resta che sgranare il rosario e sperare che accada qualcosa ad almeno quattro squadre che sono davanti in classifica.

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia