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Il delitto del giovane di Corigliano Rossano: "Omicidio premeditato, caccia ai complici"

Il luogo dell'omicidio

È stato un omicidio premeditato quello di Antonio Barbieri. Così si è espresso il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, commentando gli esiti dell’attività investigativa condotta dagli agenti del Commissariato di Corigliano-Rossano che nel giro di pochi giorni sono riusciti a risalire agli autori dell’agguato che ha poi portato alla morte del ventiseienne.

In carcere sono finiti Cristian Filadoro di 26 anni e Vincenzo Fornataro di 32, entrambi dell’area urbana di Corigliano e con alle spalle precedenti penali, come la stessa vittima.

Un delitto premeditato perché senza dubbio c’è stata una organizzazione per far in modo di bloccare la vittima sorprendendolo da solo. Una organizzazione anche per reperire l’arma usata per il delitto. A sparare è stata una calibro 7,65. Filadoro, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, ha riferito di aver acquistato l’arma sul mercato nero e poi di essersene sbarazzato. Infatti, al momento la pistola non è stata ancora ritrovata.

E' stato l’intuito investigativo a tirar fuori dalle dichiarazioni delle persone che sono state sentite per tre giorni e più volte, elementi in grado di ricomporre la vicenda. Qualche contraddizione e pochi elementi, ma alla fine il quadro si è ricomposto.

Antonio Barbieri, 26 anni, di Rossano, è stato trovato la sera del 12 gennaio privo di sensi ma ancora vivo sul sedile della sua auto. Il movente del delitto per gli inquirenti è di natura passionale. Al centro della vicenda le attenzioni che Barbieri avrebbe mostrato nei confronti della sua ex fidanzata oggi legata sentimentalmente a Filadoro. Barbieri dalla scorsa estate si era trasferito in Germania per lavoro ed era rientrato a Corigliano-Rossano da pochi giorni.

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