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Omicidio a Cassano, il marito della vittima confessa dopo l'arresto: "Ero drogato"

Giovanni Di Cicco è stato arrestato dai carabinieri della tenenza di Cassano Ionio. Le sue ricerche erano partite stamattina dopo che era stato rinvenuto il corpo senza vita della moglie, Romina Iannicelli, quarantaquattrenne cassanese.

L'uomo ha confessato il delitto e avrebbe detto che era sotto l’effetto di droga quando ha ucciso la moglie, un dato, secondo gli investigatori, da prendere con le molle e sul quale saranno fatti accertamenti. Non ancora chiaro del tutto il movente del delitto, maturato in un cointesto di degrado.

Il cerchio s’era stretto attorno alla figura del quarantottenne cassanese, noto alle forze dell’ordine per una serie di reati contro il patrimonio, già nella mattinata in quanto s’era reso irreperibile da diverse ore.

L’uomo risponderà alle domande del Procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla e del sostituto Valentina Draetta che serviranno a fare luce sulla scomparsa della donna.

Gli uomini del Tenente Michele Dileo e della Compagnia dei Carabinieri di Corigliano Calabro, alla quale la Tenenza Cassanese afferisce, hanno fermato Di Cicco dopo una serie di interrogatori e forti pressioni disposte dalla Procura del Pollino. Il quarantottenne cassanese, vistosi accerchiato, avrebbe deciso di costituirsi.

Intanto emergono dettagli macabri sulla morte della donna, ritrovata da alcune amiche recatesi a casa loro per poi uscire insieme e svolgere delle commissioni. Pare che la morte della Iannicelli sia stata avvenuta per un trauma cranico.

Il corpo e il volto della donna presenterebbero anche diverse ecchimosi. Domande, dubbi e incongruenze che Di Cicco sta già chiarendo ai pm castrovillaresi e ai carabinieri cassanesi. Se ne saprà di più nelle prossime ore. Gli inquirenti cercano, in primis, di capire il movente che avrebbe spinto Di Cicco, ripreso da una serie di telecamere mentre si allontanava di notte imbracciando due borsoni, al folle gesto.

In queste ore si sta cercando di capire se la morte sia da inquadrare in un contesto familiare, pista privilegiata dagli inquirenti, o in quello malavitoso.La donna, infatti, era stata arrestata nel 2006 perché coinvolta in un caso di spaccio di droga.

Di recente il nome di Romina Iannicelli era tornato agli onori delle cronache perché s’era costituita parte civile nel processo che vedeva alla sbarra Cosimo Donato, detto "topo", e Faustino Campilongo, alias "panzetta" – già detenuti per droga – ritenuti vicino ai clan della Sibaritide e ritenuti presunti assassini del piccolo Cocò (nipote di Romina), il bimbo di soli tre anni ucciso e bruciato con il nonno, Giuseppe Iannicelli, e la compagna, Ibtissam Touss, il 16 gennaio 2014 sempre a Cassano.

"La donna - ha dichiarato intanto il Procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla - sarebbe morta a seguito di un trauma cranico dovuto ad alcuni colpi ricevuti con un oggetto contundente. All'inizio si era pensato a ferite dovute ad una lama. L'avrebbe prima picchiata, un vero e proprio pestaggio, e poi colpita con un bastone, e avrebbe tentato di soffocarla, forse con un cavo del telefono", ha detto all'Agi il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla. Il corpo della donna è stato intanto trasferito nell'obitorio dell'ospedale di Rossano per l'esame autoptico".

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