S'erano messi d'accordo, così, alla buona i due medici denunciati a Cosenza - a vario titolo per abuso d'ufficio e turbativa di pubblico servizio - dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione diretti dal capitano Vincenzo Pappalardo.
Il titolare dello studio s'era assentato e aveva dato l'incarico a un collega in pensione oltre che invalido al cento per cento di sostituirlo in quelle che avrebbero dovuto essere le sue funzioni quotidiane.
Il medico titolare non c'era e i pazienti si recavano da un medico il cui studio era ubicato a poche centinaia di metri di distanza: un'abitazione privata il cui ingresso funzionava da sala d'attesa e le visite si svolgevano alla buona, nel salotto.
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