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L’omicidio di Lisa Gabriele a Montalto, ecco chi sapeva: nuove verità in una lettera anonima

Un fantasma inquieto. L’omicidio di Lisa Gabriele, 22 anni, trovata cadavere la mattina di domenica 9 gennaio del 2005, è rimasto senza colpevoli per quattordici anni. Depistaggi, minacce, messinscene hanno tenuto lontani gli investigatori dalla verità.

Chi sapeva non ha parlato, per omertà e per paura. Solo l’invio di un esposto anonimo ma articolatissimo e sorprendentemente dettagliato ha consentito al magistrato inquirente, Antonio Tridico, di riaprire il caso. Un esposto nel quale s’incrociano figure diverse e, per certi versi, inquietanti.

Come responsabile del delitto viene indicato un poliziotto, già oggetto di altre indagini, che avrebbe avuto con la ventiduenne una relazione. Il misterioso uomo in divisa nell’agosto del 2004 aveva già fatto finire Lisa Gabriele in ospedale. Pare l’avesse selvaggiamente picchiata in preda a una crisi di gelosia.

L’omicida che dopo quattro mesi avrebbe ucciso la ragazza soffocandola con un cuscino, viene indicato come «vicino a esponenti della malavita e assuntore e spacciatore di sostanze stupefacenti».

Dopo la scoperta del cadavere in un boschetto posto al confine tra Rende e Montalto e il tentativo di far passare la morte della ventiduenne come effetto di un programmato suicidio, i genitori della vittima ingaggiarono un investigatore privato.

Vicino al corpo di Lisa vennero artatamente collocate una scatola di psicofarmaci, una bottiglia di whisky e un biglietto di addio: lo scenario non convinse gli inquirenti e tanto meno i familiari che decisero perciò di arruolare un detective per capire cosa fosse davvero accaduto.

L’investigatore, secondo quanto viene sostenuto nell’esposto anonimo, venne avvicinato e minacciato dal poliziotto tanto che decise di rinunciare all’incarico.

Vi sarebbe poi un secondo poliziotto al corrente di quanto realmente accaduto a Lisa Gabriele che non ha però mai aperto bocca e un maresciallo dei carabinieri, amico dell’odierno sospettato, che avrebbe in qualche modo taciuto di quanto era conoscenza sia con i superiori che con i magistrati.

Nella ricostruzione fornita dall’autore della denuncia anonima compare, infine, una parrucchiera, legata alla vittima da un rapporto di amicizia, che sarebbe a conoscenza del fatto che Lisa la sera in cui fu soffocata aveva un appuntamento con il misterioso poliziotto.

Si tratta di falsità, oppure qualcuno sta cercando di aiutare davvero gli inquirenti? Lo capiremo solo quando le nuove verranno concluse. Certo, qualcosa con le indagini già compiute nel 2005 coincide in modo significativo.

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