I veleni sono sempre lì, nelle viscere dei pozzi della Legnochimica, il vecchio gigante industriale, morto e sepolto nel cimitero di contrada “Lecco” a Rende. I suoi miasmi intossicano ancora questo grande comprensorio che il tempo e la crisi hanno ridotto alla fame. Qui la gente ha paura, teme di respirare veleni.
Veleni nell'aria e nell'acqua dei suoi laghi di decantazione, un impasto mefitico che contamina la falda freatica che scorre nelle viscere di questa terra. L'angoscia di un popolo è contenuta nel rapporto dell'Ispra (che è l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) relativo al biennio 2017-2018, pubblicato dal Corriere della sera. Rende è inserito nei 30 “casi nazionali” per i quali è stato accertato un grave danno o minaccia ambientale.
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