Il pericolo del contagio. È un numero elevato quello delle persone incontrate dal pensionato di 69 anni, di Cetraro, risultato positivo al primo test del coronavirus. Un test confermato dagli esperti dell'Istituto Superiore di Sanità cui, venerdì sera, era stato inviato il “tampone” già analizzato dall'Unità operativa di microbiologia e virologia di Cosenza.
Ma ricostruiamo il percorso seguito dal sessantanovenne per arrivare in Calabria. L’uomo, in compagnia della moglie, è salito a Piacenza su un bus partito da Milano che, dopo aver attraversato la Penisola e compiuto due soste in autogrill autostradali, è arrivato a Rende. Nella cittadina della provincia di Cosenza il pensionato è sceso, trovando ad attenderlo dei parenti che l'hanno portato in auto fino in contrada Fratica di Cetraro.
Una volta tornato a casa, si è sottoposto a due sedute di dialisi nell'ospedale di Cetraro, in una saletta riservata approntata per l'occasione. La terza seduta è avvenuta, invece, ieri pomeriggio. Solo in quest'ultima occasione, peraltro, l'uomo è arrivato nel nosocomio accompagnato in ambulanza, mentre negli altri due casi si è mosso autonomamente entrando presumibilmente in contatto con altre persone.
I carabinieri del Nas, nelle ultime ore, hanno rintracciato tutti, o quasi, i soggetti entrati in relazione con il paziente colpito dal virus: nomi, cognomi, date di nascita e luoghi di residenza sono stati comunicati agli organi sanitari preposti. Le persone rintracciate, a partire dai 26 passeggeri ed i 2 autisti del bus, staranno in autoquarantena e verranno presumibilmente sottoposte al test con tampone in tempi brevi. Tampone che è stato già eseguito sulla moglie del paziente che sembra destinata ad essere quella più a rischio di contagio.
Alla catena di contatti individuata devono aggiungersi, ovviamente, anche i parenti e gli amici del pensionato, assolutamente a-sintomatico, che sono andati a salutarlo al suo rientro nella regione di origine.
Più complicata la questione degli autogrill: il sessantanovenne ha infatti dichiarato di non essere sceso dal bus, gli altri passeggeri, però, l'hanno fatto. Ciò non significa che possano aver infettato quanti si trovavano negli esercizi pubblici. La trasmissione del virus non è così veloce e scontata come si immagina e il panico e l'incubo da contagio non devono in alcun modo prevalere sulla gestione di questa emergenza ormai nazionale. Starnuti, tosse e aumento della temperatura corporea, non possono essere a priori scambiati come sintomi da coronavirus. Potrebbero essere solo manifestazioni di una normale influenza o di momentanee infreddature. Così, almeno, dicono i medici.
La Protezione civile, intanto, con un comunicato firmato dal capo della struttura nazionale, Angelo Borrelli, ha ufficialmente confermato, ieri sera, che nella nostra regione sono stati eseguiti 27 tamponi con un solo caso positivo che è quello, appunto del pensionato di Cetraro. Il sessantanovenne, tra 14 giorni, sarà di nuovo sottoposto a verifiche e test dagli specialisti dell'Unità operativa di Virologia Cosenza, diretta da Cristina Giraldi. Dovrà, ovviamente, rimanere in quarantena ed essere sottoposto alle terapie previste dal protocollo nazionale di intervento. Non è escluso che possa essere trasferito in una struttura specializzata. Il sindaco di Cetraro, Angelo Aita, nella veste di massima autorità sanitaria locale, ha emesso una ordinanza con cui impone all’uomo e alla moglie la «permanenza domiciliare fino a nuove disposizioni».
Caricamento commenti
Commenta la notizia