Il filo spinato della paura circonda gli ospedali di una Calabria che si ritrova nuda davanti al nemico. Nuda come i suoi operatori, medici, infermieri e oss chiedono mascherine, guanti e camici per resistere al virus che comincia mangiarsi le vite. Carenze che fanno straripare polemiche nel momento più difficile dell'epidemia. Proprio ieri la Calabria ha pianto la sua prima vittima un sessantacinquenne del Reggino. L'intersindacale dei dirigenti medici veterinari e delle professioni sanitarie calabrese ha rilanciato la denuncia del presidente dell'ordine di Cosenza, Eugenio Corcioni.
Intanto, però, dal reparto di Malattie infettive arrivano segnali positivi nella lotta al virus. L'équipe del dottor Antonio Mastroianni è entrata in rete nella sperimentazione già avviata in Cina e che in Italia vede l'ospedale “Cotugno” di Napoli come capofila. Si tratta di una terapia a base di Tocilizumab, un farmaco prodotto dalla Roche. Viene usato nel trattamento dell'artrite reumatoide ed è un medicinale di elezione nel trattamento della sindrome da rilascio citochimica dopo trattamento con le cellule Car-T (Chimeric Antigen Receptor T-cell ). Qui sono già in cura i due pazienti in terapia intensiva e altri sei in reparto. Il ciclo terapeutico, però, non è quello previsto dal protocollo sperimentale che prevede la somministrazione solo per via endovenosa.
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