Il primo detenuto italiano morto per coronavirus era recluso nel carcere della Dozza a Bologna. L'uomo, un siciliano di 76 anni condannato per mafia, si trovava ristretto in una sezione nella quale erano allocati anche due detenuti calabresi.
Scoperto il contagio, i suoi compagni di sezione trasferiti in isolamento in un braccio diverso del penitenziario emiliano. Secondo quanto si è appreso l'assistenza medica sarebbe molto relativa. È per questo che i reclusi hanno iniziato uno sciopero della fame e della sete sollecitando un maggiore e immediato controllo sanitario.
L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione Calabria.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia