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Crac della clinica Tricarico di Belvedere, "soldi usati anche per barche di lusso": 3 arresti

Un momento dell'operazione ''Clinica malata''

Un crac finanziario di spaventose proporzioni. Realizzato distraendo fondi e risorse economiche da una delle più note case di cura dell'area tirrenica della provincia di Cosenza. Un "buco" ricostruito con pazienza certosina dai finanzieri del colonnello Danilo Nastasi.

I nomi degli arrestati: Cirio e Pasquale Rosano Tricarico sono stati rinchiusi in carcere, mentre
Fabrizio Rosano Tricarico, assegnato ai domiciliari.

I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Cosenza, hanno infatti eseguito 3 misure cautelari personali e sequestri preventivi, sia in forma diretta che per equivalente, per circa 7 milioni di euro nei confronti di quattro persone facenti parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di bancarotta fraudolenta e fiscali.

Le misure cautelari sono state disposte dal gip del Tribunale di Paola Rosamaria Mesiti, nell’ambito delle indagini dirette dal procuratore della Repubblica di Paola Pierpaolo Bruni e dai sostituti Mariafrancesca Cerchiara e Rossana Esposito.

L’attività investigativa ha consentito di far luce sulle dinamiche che hanno portato al fallimento, nei mesi di luglio 2018 e settembre 2019, dell’istituto Ninetta Rosano e della casa di cura Tricarico Rosano di Belvedere attraverso le quali era stata nel tempo gestita l’omonima casa di cura privata operante nel Tirreno cosentino.

Le investigazioni, condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Cosenza, hanno disvelato l’esistenza di un presunto sodalizio criminale, costituito da 4 persone legate da vincoli di parentela, le quali, attraverso sistematiche operazioni di distrazione hanno dilapidato, utilizzandole per fini privati e personali, ingenti somme di denaro.

Le attività di distrazione di fondi e risorse da parte degli indagati avrebbe determinato un progressivo ma inarrestabile depauperamento dell’attivo patrimoniale delle due società di gestione delle casa di cura, con grave danno per l’erario nonché per i creditori sociali.

In particolare, le indagini hanno consentito di smascherare gli artifici contabili e societari posti in essere dagli associati per assicurarsi la gestione della struttura sanitaria privata di Belvedere nonostante un’esposizione debitoria complessiva superiore ai 100 milioni di euro.

Nel dettaglio, sono state ricostruite, anche grazie alla collaborazione dell’Unità di Informazione Finanziaria istituita presso la Banca d’Italia, plurime condotte distrattive perpetrate mediante contratti di affitto di ramo d’azienda simulati, cui non conseguiva il pagamento dei relativi canoni, copiose uscite di denaro dalle casse delle società per finalità estranee all’attività d’impresa, tra cui sono annoverati anche bonifici verso società estere, nella piena disponibilità degli odierni indagati, ed utilizzati anche per il pagamento di canoni di noleggio di imbarcazioni di lusso.

L’asservimento delle società deputate alla gestione della clinica al soddisfacimento degli interessi personali dei componenti il sodalizio, è stato reso evidente anche dal pagamento di compensi, distrazioni dalla cassa contante, pagamenti di spese personali, prelevamento di assegni, per un ammontare complessivo pari a circa 7 milioni di euro.

È stata, inoltre, accertata da parte di due indagati la commissione di reati fiscali in conseguenza dell’omessa presentazione delle prescritte dichiarazioni dei redditi.

Parallelamente, su richiesta della Procura, il gip del Tribunale di Paola ha emesso un decreto di sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, per un ammontare di circa 7 milioni di euro, cui è stata data esecuzione dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Cosenza.

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