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Corigliano, minacce a un imprenditore: carcassa di cane appesa al cancello dell'azienda

La Piana di Sibari è un paradiso di odori che s'incrociano in mezzo alle piantagioni di frutta e verdura. Poi, al calar della sera diventa muta e silenziosa. Le notti sono tristi perché si riempiono di incubi. Fantasmi che minacciano la tranquillità degli imprenditori agricoli onesti che provano a ribellarsi ai baroni della 'ndrangheta, gli eredi di Santo Carelli che hanno ridisegnato i confini della Sibaritide a colpi di kalasnikov.

E la terra è stato sempre un buon affare per la malavita organizzata. La mafia delle 'ndrine è un presente tossico nel Coriglianese dove gli imprenditori vivono in catene. Pagano il pizzo, anche attraverso la guardiania, assumendo gli uomini del clan per non avere problemi. Rogne piccole e grandi che alimentano l' inquietudine.

Come è accaduto a un piccolo imprenditore che ha trovato la carcassa di un cane appesa al cancello della sua azienda a Fabrizio Piccolo, frazione di Corigliano-Rossano. Un messaggio sinistro per invitare l'uomo a superare la fase della riflessione accettando l'offerta del clan. Sull'episodio indagano i carabinieri del Radiomobile di Corigliano, guidati dal capitano Cesare Calascibetta.

La Piana trema, ha paura di vivere altre notti di solitudine e di paura, di lotta furiosa tra impossibile e speranza. Tumulti che animano il desiderio di ribellarsi alla dittatura dei boss per ricevere al risveglio un segno, una parvenza di vita, di presenza dello Stato, di ritorno alla normalità.

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