Il ricatto e le botte. Violenza, minacce e sequestro di persona: queste le contestazioni mosse a Daniele e Francesco Bevilacqua e Laura Spampinato, tutti e tre trentunenni residenti in via degli Stadi. Gli investigatori della squadra mobile, diretti dal vicequestore Fabio Catalano, li hanno ammanettati ieri pomeriggio con un blitz da manuale compiuto nel villaggio spesso al centro di inchieste giudiziarie.
I fatti ricostruiti dai poliziotti fanno tremare le vene ai polsi. Un commerciante di mobili di Sellia Marina (Catanzaro) che esegue vendite on line, nei giorni scorsi era stato contattato da una acquirente che l’aveva invitato a San Lucido con lo scopo di procedere all’acquisto di arredi. L’uomo ha perciò raggiunto la località costiera del Paolano in compagnia dei figli, di 10 e 15 anni. All’arrivo nel posto concordato, però, anziché trovare la possibile acquirente, il commerciante ha dovuto fare i conti con due persone di chiara origine rom, una delle quali era stata in precedenza sua cliente.
E proprio quest’ultima lamentava la circostanza di aver pagato, nel luglio scorso, una caparra al mobiliere senza però mai ottenere la consegna della merce pattuita. Per questa ragione il commerciante è stato immediatamente pestato a sangue di fronte ai figli minori e costretto a promettere, sotto la minaccia di altre botte, che avrebbe restituito una somma pari al doppio della caparra incassata. Per indurlo a cedere al ricatto, Daniele e Francesco Bevilacqua hanno costretto i due ragazzini a seguirli a bordo della loro auto ed il padre a raggiungere successivamente via degli Stadi, nel capoluogo bruzio. L’uomo, arrivato in città, non vedendo più i figli ha deciso di chiamare il 113.
Ai poliziotti della Mobile giunti subito sul posto ha raccontato quanto gli era capitato ed è partita una gigantesca caccia all’uomo. «Non c’è un minuto da perdere» ha detto il vicequestore Catalano ai suoi uomini «dobbiamo trovare i minori». Decine le perquisizioni compiute nel volgere della successiva mezz’ora sia a Cosenza che a San Lucido: il primo ad essere fermato è stato Daniele Bevilacqua, poi la moglie, Laura Spampinato, sorpresa mentre usciva da un’abitazione insieme con i figli del commerciante.
L’ultimo ad essere rintracciato e ammanettato è stato, infine, Francesco Bevilacqua. Informato passo dopo passo dell’evoluzione delle indagini il procuratore capo, Mario Spagnuolo. I tre indagati, in tarda serata, sono stati rinchiusi nel carcere di via Popilia. L’esito positivo delle indagini dimostra, ancora una volta, un dato inconfutabile: se la gente si fida delle Istituzioni ottiene risposte celeri ed efficaci. Il commerciante, che è il principale teste di accusa, si costituirà parte civile nel processo che verrà presumibilmente istruito contro gli indagati. I Bevilacqua e la Spampinato verranno interrogati dal Gip nelle prossime ore.
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