Giallo, arancio, rosso. L’Italia dei semafori si prepara a vivere il Natale, una specie di prova di sopravvivenza da superare tra leggi, divieti e concessioni. Cosenza, sabato mattina: la gente corre tra i negozi del centro, affretta lo shopping prima di chiudersi in casa per nascondersi al virus. Niente cenoni allargati, un bel guaio dalle nostre parti, ripensando alle riunioni familiari a numero variabile con parenti di seconda e terza generazione seduti tutti attorno al grande tavolo. Quest’anno, al massimo si potranno aggiungere due sedie. Tre, nel caso in cui ci sia al seguito un ragazzo sotto i quindici anni o un congiunto non autosufficiente. Il decreto di Natale applica nei giorni 28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio le misure previste per le zone “arancioni” per Cosenza ed altri 31 centri della provincia. Saranno consentiti gli spostamenti esclusivamente dai comuni con popolazione fino a 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 km dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso il capoluogo di provincia. Ma gli abitanti di quali piccoli borghi potranno muoversi liberamente nel Cosentino?
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