La Cgil, a più livelli e da lungo tempo, aveva denunciato “l’inidoneità” del Dott. Cesareo a ricoprire incarichi di così delicata responsabilità e, per il suo coinvolgimento in non lontane inchieste di ‘ndrangheta sia per i risultati fallimentari della sua direzione sanitaria che per l’alone di opacità che circonda da tempo la sua gestione sanitaria sul territorio. Così la Cgil reagisce alla notizia dell'interdizione che stamattina ha raggiunto Cesareo.
"L’azione capillare della Procura di Paola, guidata dal Procuratore Pierpaolo Bruni, che sosteniamo nel tenace operato di liberare la pubblica amministrazione dal malaffare, inchiesta dietro inchiesta, sta svelando il marcio dentro cui sono piegati pezzi della pubblica amministrazione nell’area del tirreno cosentino. La sanità ne è l’epicentro ed evidenzia quanto sia spavaldo ed arrogante l’uso illegale e distorto a cui è piegata da dirigenti senza scrupolo.
L’inchiesta ultima, coadiuvata dal Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Cosenza, che coinvolge il Direttore Sanitario dello Spoke Paola-Cetraro, tal Vincenzo Cesareo, sospeso cautelarmente per 12 mesi dall’incarico, se da un lato c’indigna e c’inquieta per il livello della gravità delle accuse (peculato, truffa, falso in atti pubblici, turbata libertà nella scelta del contraente), dall’altra non ci stupisce.
Ancora di più ci ha meravigliato, non molto tempo fa, l’inopportunità dell’ASP di prolungare oltre i limiti pensionistici maturati la sua permanenza nella controversa nomina a direttore dello Spoke dopo la gestione di “confino” nel Presidio di Praia a Mare.
I capi di accusa che pendono ora sull’operato del Direttore Sanitario, se confermati in sede di giudizio, evidenziano nella loro gravità lo sciacallaggio che si continua a perpetrare sulla sanità pubblica del territorio. Gravità accentuata dalla fase drammatica di emergenza sanitaria in cui ogni livello di direzione dovrebbe essere teso ad alleviare disagi e preoccupazioni dei cittadini e del mondo del lavoro.
La CGIL tutta, nel sostenere a pieno l’azione di pulizia avviata dalla Procura di Paola e nel seguire con attenzione gli sviluppi dell’inchiesta, anticipa ogni azione, a partire dalla costituzione di parte civile, a tutela dei diritto alla salute dei cittadini del territorio e dei lavoratori della sanità, i cui diritti non possono essere piegati a cosiffatto e inaudito sprezzante uso del bene pubblico".
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