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Coronavirus Cosenza, troppi i ricoveri per garantire un'assistenza dignitosa

È stato deciso di trasferire alcuni pazienti a Catanzaro per evitare assembramenti nelle tende esterne del triage e nei reparti troppo pieni

A distanza di cinque mesi la storia della pandemia ritorna all’Annunziata. E da lì sprofonda in una nuova emergenza. Il vecchio ospedale è in difficoltà, piegato come allora dal morbo che ha riempito le stanze della degenza e i posti in terapia intensiva. Dentro quelle corsie, con un manipolo di medici, infermieri e operatori sanitari, restano ammassati uomini e donne che arrivano dai luoghi più diversi, luoghi vicini e lontani della provincia dove il virus li ha intrisi, piegandoli alla sofferenza. Sono tutti lì per guarire e continuare vivere. A qualunque costo. I più forti si modificano, si adattano, reagiscono. Ogni tanto, però, qualcuno s’arrende e non riesce neppure a entrare in reparto per giocarsi un’ultima opportunità di sopravvivenza. Chiude gli occhi nonostante la spinta disperata che arriva da quella gente in camice bianco, forte di una forza naturale che resiste anche alla fatica di mesi di battaglie. Nel bollettino dell’Asp vengono segnalate altre due vittime (una terza la Gazzetta l’aveva anticipata ieri) e, soprattutto, 12 nuovi ricoveri in area medica e uno in terapia intensiva. Troppi per riuscire a garantire un’assistenza dignitosa. E, così, da ieri, per evitare che la polvere livida dell’infezione possa ricoprire in fretta la strada delle cure e riproporre quello che era già successo nei giorni più tragici di metà novembre, si è deciso di trasferire alcuni di quei pazienti a Catanzaro. Una migrazione che servirà ad evitare assembramenti nelle tende esterne del triage e nei reparti troppo pieni. Tre malati sono stati spostati al “Pugliese-Ciaccio”, altri quattro al “Mater Domini”. Complessivamente, negli ospedali di Catanzaro sono stati spostati due pazienti in terapia intensiva e 12 nei reparti Covid.

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