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Emergenza sanitaria, il prof. Novelli: “Credere nel vaccino per bloccare il Covid”

Il genetista di Corigliano Rossano con il suo team di ricercatori ha scoperto che è possibile “intrappolare” il virus, impedendone la replicazione

Giuseppe Novelli, già rettore dell’università di Tor Vergata, è un genetista di fama internazionale. Vive a Roma e divide il suo impegno accademico tra l’Italia e gli Stati Uniti. È calabrese e la sua città di origine, Corigliano Rossano, sta vivendo una fase di grave difficoltà a causa della pandemia: il sindaco, Flavio Stasi, ha imposto severe restrizioni per tentare di bloccare la circolazione del Covid. Nell’area settentrionale della Calabria già quattro cittadine sono diventate “zona rossa”: Acri, Bisignano, Cariati e Casali del Manco. Il professore ha la Calabria nel cuore e, quando può, ci torna volentieri. È per questo che gli abbiamo posto alcune domande.

Prof. Novelli la nostra regione sente ancora molto il peso del virus, riusciremo a fermarla questa pandemia? Che speranze abbiamo?
Tante ma c’è bisogno di vaccinare quanta più gente possibile. L’esempio da seguire è quello offerto dalla Gran Bretagna e da Israele dove la campagna di vaccinazione ha determinato la riduzione nettissima dei ricoveri ospedalieri e dei decessi.

L’inoculazione dei vaccini ha generato anche in Calabria molta apprensione: qual è la situazione reale?
I vaccini in circolazione sono sicuri ed efficaci e non solo riducono la ospedalizzazione ma, forse, anche la trasmissione del virus. Più gente vacciniamo, più impediamo al virus di circolare e di produrre varianti. Ho visto immagini di gente che era in fila per vaccinarsi a Cosenza: faccio i complimenti a tutti quelli che perché è la cosa giusta da fare.
Alcuni decessi, tuttavia, hanno provocato allarme tra la gente.
Quanto alle trombosi riscontrate, si tratta di eventi rarissimi e atipici e, comunque, non collegati alla inoculazione dei vaccini. Non vi è alcun nesso.

Si registrano però difficoltà nella somministrazione dei sieri non solo in Calabria ma nel resto del Paese: perché secondo lei?
È un quadro comune ad alcune regioni e credo sia una questione organizzativa e di gestione. Ci sono problemi logistici risolvibili. Dobbiamo fare in modo che vengano risolti.

Nella lotta al Covid siamo messi meglio che in passato anche grazie al suo lavoro e alle scoperte compiute dal gruppo di ricercatori internazionali di cui fa parte. È così?
I vaccini sono destinati alle persone sane, ora dobbiamo pensare a quelle contagiate, vi è cioè la necessità di curare i malati. Abbiamo individuato, in tal senso, il sistema per intrappolare il virus. Ora si tratta di effettuare la sperimentazione. Certo, si è aperta una nuova strada per bloccare l’infezione. Una strada interessante che dovrà avere un suo sviluppo.
L’equipe internazionale di cui è componente il professore Giuseppe Novelli ha dimostrato di poter impedire la replicazione del virus compromettendone anche la sopravvivenza. Si tratta di una scoperta scientifica di enorme rilevanza legata a una classe di enzimi, chiamata E3-ubiquitin ligasi.
È stato identificato un farmaco, l'Indolo-3 Carbinolo (I3C), già utilizzato nel trattamento di patologie rare, che, per il momento in vitro, ha dimostrato “di essere in grado di bloccare l'uscita del virus”, Il farmaco dovrà essere testato su pazienti affetti dal Covid-19 per verificare se possa prevenire la manifestazione di sintomi gravi o potenzialmente fatali.

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