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Cosenza, tagli alle spalle e all’orecchio: arrestato l'aggressore di Ivan Trinni

Esasperato dalle continue richieste, a seguito dell’ennesima discussione, ha accoltellato alla gola il presunto estorsore

A seguito dell’ennesima discussione, ha accoltellato alla gola il presunto estorsore. È stato arrestato nella notte Giuseppe Vernì, di 50 anni, accusato di aver accoltellato Ivan Trinni che si trovava agli arresti domiciliari. Il fatto è accaduto a Cosenza nei pressi dell’abitazione del Trinni, in via Popilia, dove risiede anche l’accoltellatore. La persona ferita e presunto estorsore ora si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Sul luogo dell’accoltellamento si sono recati gli agenti della squadra mobile della Questura di Cosenza che hanno ricostruito l'accaduto e arrestato Vernì, individuandolo come l’autore dell’aggressione.

Quando è giunto in pronto soccorso era in un bagno di sangue

Ivan Trinni, di 47 anni, aveva una vistosa ferita da arma da taglio alle spalle e dietro l’orecchio. L’uomo, poco dopo le 18,30 di ieri, è stato accompagnato in ospedale da un familiare.
Chiedeva strada l’auto, chiedeva strada col clacson in quella corsa contro il tempo tra l’ultimo lotto di via Popilia e via Zara. Quando la vettura, dopo aver superato la sbarra d’ingresso, è giunta davanti al pronto soccorso dell’Annunziata, Trinni aveva la T-shirt completamente intrisa di sangue e respirava a fatica. Le sue condizioni sono apparse abbastanza gravi. Dopo un primo tentativo di tamponare l’emorragia in ambulatorio è stato trasferito in sala operatoria dove è rimasto per circa quattro ore. I medici nella tarda serata di ieri non avevano ancora sciolto la prognosi. Dopo un po’ in Pronto soccorso sono giunti i poliziotti della squadra Volanti e della Mobile. Secondo una prima ricostruzione Trinni sarebbe stato aggredito nelle vicinanze della sua abitazione. L’uomo che ha alle spalle una serie di trascorsi giudiziari si trovava ai domiciliari dallo scorso 25 febbraio. Era stato condannato a otto anni per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Il quarantasettenne – difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello – era finito nei guai l’anno precedente. I poliziotti della Squadra mobile gli avevano notificato la misura cautelare emessa dal gip distrettuale su istanza della Dda di Catanzaro. Era accusato di tentata violenza sessuale, rapina aggravata e sequestro di persona a scopo di estorsione. I reati erano fra l’altro aggravati dal metodo mafioso. Una sfilza di accuse che sono state poi ridimensionate nel corso del dibattimento. Secondo quanto era emerso dalle indagini a Trinni avevano rubato una bicicletta elettrica del valore di circa mille euro e lui avrebbe individuato tra i responsabili una ragazza che abita nel suo quartiere. Credendo di farsi giustizia da solo e soprattutto sperando di recuperare la bicicletta elettrica avrebbe sequestrato e, brandendo un coltello, minacciato di violenza sessuale la ragazza. A suo avviso quest’ultima avrebbe avuto un ruolo attivo nel furto della e-bike. La ragazza sarebbe stata liberata subito dopo dai familiari, i quali nel frattempo avevano anche chiesto l’intervento dei poliziotti. In precedenza Trinni 47enne è stato condannato a due mesi per minacce al sindaco Mario Occhiuto

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