Il premio. Inatteso e meritato. La città ottiene un posto d’onore nel rapporto Ecosistema urbano, realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Il rapporto fotografa le performance “green” di 105 capoluoghi di provincia. Lo studio e le valutazioni vengono realizzati sulla base di 18 indicatori in cinque settori: ambiente, aria, acqua, mobilità, rifiuti. Cosenza, ottava l’anno scorso, è addirittura diventata quarta nel 2021. La ragione? Risulta al primo posto per basso numero di incidenti e acque depurate; al quarto per le isole pedonali; al quinto per la diffusione del solare termico e fotovoltaico su edifici pubblici e al nono per la ciclabilità.
La cosa che colpisce e inorgoglisce è vedere una comunità urbana della bistrattata Calabria far concorrenza e persino superare realtà collocate in aree più felici della Penisola. «È bello non sentirsi periferia del mondo» scriveva Pierpaolo Pasolini «ma cuore pulsante dei grandi processi pur vivendo la malinconia di lontananze geografiche». E il capoluogo bruzio mostra d’essere in linea con una fortunata tradizione che l’ha sempre posto meno distante dal resto d’Italia rispetto agli altri centri della regione. È stato già così in passato grazie alle intuizioni culturali di Bernardino Telesio e Francesco Saverio Salfi, all’acume e al peso politico di Fausto Gullo, Giacomo Mancini e Riccardo Misasi, alle visioni del mecenate Carlo Bilotti ispiratore dell’unico Museo all’aperto esistente in meridione e alla lungimiranza degli amministratori municipali che l’hanno realizzato..
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