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Cosenza, il Covid frena le altre patologie: crollano diagnosi e prestazioni

Il commissario dell’Annunziata Mastrobuono lancia l’allarme

L'ospedale Annunziata di Cosenza

In queste settimane lo squarcio si è allargato ancora mostrando il volto di una sanità sofferente, provata da anni di dolorose rinunce dopo i bagordi del passato. La preoccupazione per il crollo dell’attività ordinaria negli ospedali del Cosentino è stato il filo conduttore del vertice di Palazzo dei Bruzi, voluto dal sindaco, Franz Caruso, e dall’assessore alle Politiche della salute, Maria Teresa De Marco. Un tavolo che ha coinvolto i vertici di Azienda ospedaliera e Asp con i medici di medicina generale e delle associazioni che operano nel settore. Sotto la lente sono finiti gli effetti collaterali della pandemia che ha imprigionato dentro interminabili liste d’attesa che si sono gonfiate col passare dei giorni. Meno prestazioni erogate, tante mancate diagnosi in più e una generale flessione registrata anche per gli interventi chirurgici. Ed è così che il Covid è diventato una pietra d’inciampo per chi avrebbe dovuto rafforzare il cordone sanitario e non lo ha fatto.
La De Marco ha proposto due vie d’uscita: o la realizzazione di un Hub Covid con reparti multidisciplinari per l’assistenza di persone positive, ma senza malattia, o l’individuazione delle strutture ricettive da trasformare in Covid Hotel. «L’Azienda ospedaliera e quella sanitaria dovrebbero organizzare un modello assistenziale che preveda, all’interno della stessa area, l’attività di medici di diversa specializzazione come ortopedici, oncologi ed altri, per l’erogazione di prestazioni indifferibili». Il commissario dell’“Annunziata”, Isabella Mastrobuono, ritiene una «soluzione intelligente e decongestionante, ma che è di difficile realizzazione. Se si fosse potuta realizzare sarebbe stata un’idea straordinaria». La Mastrobuono ha, inoltre, manifestato preoccupazione per la drastica riduzione delle prestazioni erogate e le mancate diagnosi, «circostanze che potrebbero provocare un vero e proprio tsunami che sarà proprio quello delle patologie che, in questo lungo periodo, non sono state curate. E questo tsunami si riverserà quasi sicuramente sul Mariano Santo».

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