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Terme Luigiane, la minoranza boccia il piano di gestione

I due consiglieri spiegano perché lo stabilimento è diventato un pessimo affare per entrambi i Comuni coinvolti

Le Terme Luigiane sono diventate un cattivo affare per i due comuni. Ad oggi si registrano solo spese e zero entrate. La minoranza consiliare di Acquappesa boccia il piano di gestione proposto ai due consigli comunali dalle rispettive amministrazioni. In particolare Mauro Avolio rileva come «si è preferito lo scontro al confronto e ciò ha portato i due Comuni a soccombere anche sul piano strettamente giudiziale, ove neanche ad una inequivocabile sentenza del Tar, si è voluto dare seguito». Gravano anche i costi sino ad ora sostenuti: «16mila euro per sorveglianza, 590 al mese per video sorveglianza sorgente; 30mila di spese legali. Senza contare le maggiori spese relative alla manutenzione del compendio, all’energia elettrica che gravano e graveranno sui cittadini, che sommati alle minori entrate (Imu -Tari relativa ai beni rientrati in possesso dei Comuni) appesantiranno ulteriormente una situazione finanziaria allo sfacelo».

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