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Cosenza, morsa bellica dalla farina alla benzina: economia locale in difficoltà

Conseguenze anche in città e nel resto della provincia per la tensione internazionale provocata dall’invasione russa dell’Ucraina. Il leader di Confindustria Fortunato Amarelli cristallizza le difficoltà dell’economia locale

Fortunato Amarelli

Il quadro economico generale racconta d’una corsa dei prezzi che non si ferma sui mercati internazionali, a cominciare dalle materie prime alimentari. Il future sul grano sale del 7,3% a 11,70 dollari per bushel (unità di misura di capacità per aridi e liquidi, usata nei paesi anglosassoni). Il costo del mais avanza del 3,25% a 7,63 dollari per bushel, sui massimi dal 2013. In aumento del 2,04% il prezzo dei semi di soia a 17,11 dollari per libbra. Dati macro che nella quotidianità si tramutano in prezzi del carburante in continuo e vertiginoso aumento, bollette del gas raddoppiate rispetto allo scorso anno pur a fronte d’un consumo identico, scontrini dei supermercati che diventano più pesanti anche se non si allungano. «È la guerra, bellezza...».

La realtà industriale

Preoccupazione emerge dalle parole del presidente provinciale di Confindustria, Fortunato Amarelli, il quale in questi giorni sta dialogando con gli associati per raccoglierne esigenze e idee utili a trovare anche dal basso una soluzione a questo ennesimo colpo di frusta che rischia di mettere ulteriormente in ginocchio la realtà economica locale. L’imprenditore racconta problemi per l’aumento del gas e delle altre materie prime, e ovviamente per l’export con la Russia anche se è limitata la produzione cosentina e calabrese che finisce oltre confine e in particolare all’ombra del Cremlino. «I problemi di approvvigionamento impatteranno in maniera trasversale, anche su quanti non hanno rapporti con la Russia o l’Ucraina, o non sono i primi anelli della catena. Quando si parla del costo dell’energia e nello specifico del petrolio o del gas, non dobbiamo pensare solo all’autotrasporto ma anche a chi produce farina, perché l’elettricità utilizzata è comunque ottenuta con il metano, quindi l’aumento ferisce anche beni primari come pane e pasta che inoltre soffrono la massiccia produzione ucraina del grano».
Fortunato Amarelli plaude alla svolta sostenibile dell’Italia, prima a chiudere col carbone, ma di conseguenza inevitabilmente legata al gas. «Ecco perché da noi l’impatto sul prezzo in questi giorni è stato così importante». Il presidente di Confindustria Cosenza ritiene ingiustificato l’allarme dei giorni scorsi che ha creato code alle stazioni di rifornimento per fare il pieno alle auto. E limita l’impatto dell’allarme bellico sul turismo. «Ormai da due anni, purtroppo, a causa della pandemia, le presenze straniere sono limitate. Ma per fortuna cresce la richiesta interna. Sta cambiando tutto il sistema globale, si va verso realtà più autarchiche», sigilla Amarelli che lega il destino cosentino e calabrese a quello italiano: «Subiremo conseguenze in linea col dato nazionale, senza particolarità legate alla realtà locale».

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