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Criminalità, i sindaci del Tirreno cosentino lanciano l’ennesimo allarme

Preoccupazione dopo la sparatoria avvenuta l’altra notte a Cetraro. Il figlio di Giovanni Losardo: «occorre una reazione immediata». Stamattina ci sarà un incontro con i vertici delle forze dell’ordine

Allarme criminalità sull’Alto Tirreno cosentino. Cittadini e istituzioni sono preoccupati, in particolare, dopo l’ultima sparatoria avvenuta a Cetraro nella notte tra giovedì e venerdì nel corso della quale un 45enne è stato gambizzato. Ad esplodergli contro dei colpi di pistola sarebbe stato un uomo con il volto coperto da un passamontagna. Il 45enne gambizzato, Roberto Di Profio, è un pescatore del luogo già noto alle forze dell’ordine. Nell’immediatezza dei fatti è stato trasferito d’urgenza all’ospedale prima di Cetraro e poi di Cosenza dove è stato curato. Per fortuna, le ferite riportate non erano gravissime. Sull’accaduto indagano i carabinieri della Compagnia di Paola, guidati dal capitano Marco Pedullà, e le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Rossana Esposito. Infatti, del caso è stata informata subito la Procura di Paola guidata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni. Quanto avvenuto la scorsa notte, ha gettato nello sconforto la società civile e le istituzioni. Sulla vicenda è intervenuto anche Raffaele Losardo, il figlio di Giovanni Losardo, ucciso dalla ’ndrangheta nel giugno del 1980. Proprio ieri a Cetraro si sono svolte alcune iniziative per ricordare la figura di un uomo e di un politico onesto che decise di ribellarsi alla mafia. Il figlio Raffaele, dopo aver saputo della recente sparatoria a Cetraro, è intervenuto per chiedere una reazione concreta da parte dei cetraresi: «Percepisco da tempo un grave e progressivo corrompimento in quelle nostre terre delle relazioni interpersonali basilari, che si manifesta finanche nei rapporti educativi fondamentali.

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