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Sibaritide, agrumicoltori in crisi a causa delle condizioni climatiche

La produzione di ortaggi e agrumi sta subendo pesanti ritardi per il caldo. Irrigazioni a rischio per lo sciopero dei lavoratori del Consorzio

Un intero comparto produttivo in crisi profonda. Fa caldo come in estate e non piove: agricoltori in allarme per la mancata crescita e maturazione dei loro prodotti.
È quasi novembre ma sembra giugno. E per le colture che contano da sempre sul freddo autunnale per la maturazione di frutta e ortaggi è davvero una pessima notizia. Il riferimento, soprattutto, è al settore agrumicolo, un’eccellenza che andrebbe tutelata in tutte le sue forme, ma che, invece, vive l’ennesimo disagio. A farne le spese l’anello debole rappresentato dai piccoli produttori e dalle maestranze.

Il frutto non matura e ha problemi, di conseguenza, a raggiungere sia le caratteristiche organolettiche sia quelle esteriori tipiche per rendere il prodotto adatto alla vendita. Mentre, per quanto riguarda altri frutti e ortaggi, “grazie” alle alte temperature, le piante appena nate hanno già raggiunto un’altezza considerevole rispetto al periodo. E allo, stesso tempo, sempre il caldo, sta permettendo a insetti e parassiti (come la mosca della frutta, ad esempio) di sopravvivere anche oltre il ciclo naturale dato dalla bella stagione.

«Le alte temperature - raccontano agricoltori e produttori - fanno crescere le piante troppo velocemente. In questo modo, purtroppo, alcune colture vanno incontro a muffe e malattie potenzialmente fatali. Se la coltura vegeta troppo si compromette. In più molte altri frutti, come clementine, arance o cachi, hanno difficoltà a raggiungere la maturazione o il calibro adatto alla vendita. Al resto, in negativo, pensano le punture della mosca della frutta che guastano il prodotto rendendolo immangiabile o invendibile».

Un trend, quello sibarita, che riflette quello nazionale in un 2022 che si classifica fino ad ora come il più caldo mai registrato dal 1800 in Italia con una temperatura addirittura superiore rispetto alla media storica e precipitazioni ridotte di 1/3, secondo l’analisi di Coldiretti su dati ISAC CNR nei primi nove mesi dell’anno.

Una condizione ancora peggiore rispetto ad un altro grande problema che si registra in questo periodo: la siccità acuita dallo sciopero dei lavoratori del consorzio di bonifica di Trebisacce che non ricevono lo stipendio da oltre sette mesi e che da oltre venti giorni sono in stato di agitazione.

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