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Cosenza, la crisi cambia la biografia della povertà

Occupazione precaria e inflazione energetica ampliano le periferie sociali in città e nel resto della provincia

La povertà si fa materia solida in mezzo ai terremoti sociali che stanno svelando rapidamente nuove miserie. Prima il covid e adesso la crisi energetica hanno riconfigurato i recinti delle periferie sociali di Cosenza e della sua sterminata provincia. Ogni giorno cresce il numero di persone schiacciate dentro il petto profondo di un disagio che non è più anonimo perché sta diventando fenomeno collettivo. Il pianto dei poveri è, ormai, lamento di massa. La mancanza di occupazione sta facendo dilatare i confini dell’indigenza. Volti e biografie degli ultimi non sono più esclusivamente quelli tradizionali perché, accanto ai miserabili cronici, quelli che vivono per strada, sono sprofondati nella miseria nuovi e insospettabili profili sociali. Le bollette che, irrimediabilmente, s’accumulano in casa, una dopo l’altra, una sopra l’altra, stanno trascinando i conti familiari verso il crac.

Legambiente

Dal rapporto sull’Ecosistema urbano 2022 affiora il dato della povertà assoluta in Calabria. Numeri che preoccupano dal momento che secondo le stime dell’associazione le famiglie completamente indigenti (il dato è uniformemente spalmato su tutta la regione) risulta senza mezzi di sostentamento il 10% delle famiglie, che rappresenta la frazione più alta. E con le risorse economiche che vengono a mancare nelle case, la scelta obbligata è quella di rinunciare alla qualità del cibo. Secondo una ricerca dell’Istat con Eu-Slc, alle nostre latitudini, il 2,9% è incapace di procurarsi quotidianamente alimenti nutrienti e necessari, a cui consegue l’esigenza di ridurre la qualità di ciò che finisce sulle tavole.

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