Le immagini scorrono lente. La telecamera di videosorveglianza inquadra un fuoristrada che, alle 18,24 del 4 aprile scorso, procede spedito, seguito a ruota dalla Mercedes su cui giacciono i cadaveri Maurizio Scorza, 57 anni, e Hanene Hendhli, 38. Il fuoristrada è la vettura dei sicari e funge da “staffetta” nello spostamento intrapreso dalla masseria di Francesco Adduci verso la località in cui la berlina di fabbricazione tedesca e i corpi delle vittime dovranno essere bruciati.
Il fuoristrada è la traccia che conduce dritta agli autori del duplice omicidio. È il veicolo che hanno usato per raggiungere la scena del crimine. Le indagini dei carabinieri del Reparto operativo provinciale sono ora concentrate su quel veicolo: a chi è intestato? E chi era l’uomo alla guida il cui volto sfumato compare nei fotogrammi girati dall’impianto di videosorveglianza? Domande per il momento senza risposte. Il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giancarlo Novelli e il pm antimafia Alessandro Riello, hanno disposto una serie di mirati accertamenti per scoprirlo.
La telefonata
I carabinieri del colonnello Agatino Saverio Spoto tutto il resto l’hanno già scoperto e ricostruito. Maurizio Scorza viene contattato alle 17,33 da Francesco Adduci che gli dice: «Compà Maurizio il capretto è pronto... Vieni a prendertelo che poi mi devo spostare». Il cinquantasettenne alla guida della Mercedes, su cui viaggia insieme alla compagna tunisina, lascia l’area sibarita dirigendosi verso contrada Gammellone di Castrovillari.
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