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Appello dello zio del barista di Cosenza scomparso: “Fateci trovare i resti”

Tanti anni di silenzio e di attesa. Di speranze lentamente svanite sotto la solita coltre di omertà. I morti ammazzati vengono spesso dimenticati da tutti, tranne che dai familiari. A loro resta il ricordo e il dolore. L’oblio ingoia tutto il resto.
Francesco Cozza, docente scolastico, non sa più nulla di suo nipote dall’ottobre del 2013. Prima la scomparsa, improvvisa e inattesa; poi la speranza di ricevere un “segnale” mai arrivato; infine le indagini per omicidio avviate dalla procura di Cosenza rimaste senza esito.
Davide Cozza, 46 anni, titolare d’un bar a Piano Lago, piccolo centro del Cosentino, scomparve la mattina del tre ottobre di nove anni fa. Venne visto per l’ultima volta poco dopo le nove: era tranquillo, come sempre. La sua auto fu ritrovata a Cellara, dove risiedeva insieme con la moglie. L’uomo gestiva un bar a Piano Lago, una zona del Cosentino sede di importanti aziende produttive. E gli affari non andavano male. Non aveva, dunque, ragioni economiche per scegliere di cambiare aria. E neppure motivi legati a frequentazioni pericolose che avrebbero potuto spingerlo a lasciare la regione. Cozza non frequentava ambienti a rischio ed aveva una fedina penale immacolata. La sua, peraltro, è sempre stata una famiglia stimata e dedita al lavoro. «Sua madre è morta nella speranza di rivederlo. È morta con questo dolore» spiega lo zio Francesco «lungo tutto questo arco temporale non è accaduto nulla. Io chiedo alle forze investigative e alla magistratura di non dimenticare mio nipote». Oggi vive solo il padre di Davide Cozza che vorrebbe poter almeno piangere sulla tomba del figlio. «Io chiedo a chiunque sia in grado» continua Francesco Cozza «di fornire informazioni, di rompere il silenzio e parlare. Lo chiedo a possibili testimoni, così come a quanti vivono nel mondo del carcere. Chiunque sappia qualcosa ci aiuti, almeno a trovare i resti di mio nipote. La sua sparizione fu un evento inspiegabile per noi perché non v’era un motivo perchè dovesse essere ucciso. Davide faceva il barista, aveva questo esercizio pubblico e lavorava con passione. Non aveva strane idee in testa, né frequentava personaggi legati al mondo della criminalità. È stato fatto sparire, tuttavia, da gente esperta che è riuscita a non lasciare tracce poi utili agli investigatori per venire a capo della vicenda».

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