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Paola, il triste saluto dei “compagni” di Mario Bruno

Mario Bruno da giovane

Mario Bruno ha deciso di porre fine alla sua esistenza terrena. Lo ha fatto nel modo più estremo in un caldo e assolato pomeriggio di maggio. È stato segretario del partito della Rifondazione comunista, poi candidato al consiglio comunale per il sostegno alla carica di sindaco di Alessandro Pagliaro. E del è proprio Pagliaro a ricordarlo in un lungo e commosso post: "Ciao Mario amico di una vita. Te ne sei andato di tua spontanea volontà. Hai preso un'altra strada. Quando ho saputo che ci avevi lasciato, io, i nostri amici e i compagni di tante battaglie politiche, non potevamo crederci. La tua razionalità non ha mai dato spazio a soluzioni estreme. Il malessere di vivere non ci ha mai assaliti. Eppure è capitato di doverci abbandonare, quando il cielo doveva diventare sereno. Sei stato un compagno leale che nel 2007 e nel 2012 hai sostenuto insieme ai compagni di Rifondazione comunista le mie candidature a sindaco di Paola. Che onore per me aver avuto l'appoggio di persone come te, Franco Cortese, Piera Bruno, Elio Cilento e tutti quelli che hanno partecipato a quelle meravigliose e indimenticabili campagne elettorali. Per non parlare dei festival di jazz organizzati insieme e il nostro impegno nell' Arci. Ci siamo detti con franchezza le cose che pensavamo. Soprattutto in questi ultimi tre anni quando ho deciso di prendere la tessera del PD. Era una scelta che non approvavi, ma lo stesso siamo rimasti amici e compagni".

Il cordoglio dell'associazione Colpo

Anche l'associazione Colpo ricorda con affetto il già segretario di Rifondazione Comunista Mario Bruno: "in un paese in cui i ragazzi e le ragazze sono soltanto "guagliun", abbandonati alla noia e senza diritto di pensare o di contare, Ercole Bruno, per tutti Mario, è la persona che ci ha riconosciuti come pari. Grazie a Mario abbiamo avuto voce; ci ha dato una casa e non perchè sposasse ogni nostra idea, ma perchè credeva fortemente che gli esperimenti comunitari dovessero avere lo spazio per diventare prassi. Se hai voce sei legittimato a esprimerti, conti, esisti. Per Mario esistevamo anche quando nessuno voleva vederci o ascoltarci. Se un padre è colui che genera famiglia, oggi siamo tutte e tutti orfani, perché manca chi ha creduto fin dal principio che la nostra voce meritasse uno spazio e che noi in questo paese meritassimo di esistere. Manca chi ha contribuito a piantare il seme che ha formato la nostra coscienza critica e la nostra pratica collettiva. Mario, che ha fatto dell'impegno politico una responsabilità e una continua ricerca, ha rappresentato un punto di riferimento, da mettere continuamente in discussione, mai un maestro incontestabile, piuttosto un compagno che praticava dubbio e incertezza, contro ogni dogma e verità assoluta. Attento osservatore, capace di formulare le analisi più lucide e profonde, progressista e lungimirante, sempre schierato contro ogni forma di ingiustizia e repressione. Mario Bruno ci lascia la necessità costante di confrontarsi, soprattutto dinnanzi alle divergenze, come atto necessario alla crescita. Ci lascia in eredità il senso di appartenenza ad un luogo, laddove tu possa fare qualcosa per esso. Ci lascia l'importanza di creare continuamente laboratori politici, che si sono susseguiti con diverse forme negli anni, come premessa fondamentale per poter saper discutere e comprendere, tanto da dare ad esse sempre una casa, la propria, come dono a chi sentiva questa esigenza. E nei suoi spazi - spiega - hanno trovato dimora tante persone, tanti confronti, tante nuove idee e progetti. Tutte esperienze condivise e tenute insieme dal forte senso di costruire e praticare comunità. Se CoLPo esiste è perché quel seme è stato piantato. Chi ha compagni non muore mai".

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