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Cosenza, ospedali senza ginecologi e ortopedici

Maggiori carenze nelle strutture spoke dell’Asp con vuoti d’organico che rischiano di aggravare la sofferenza in vista dell’estate

La Calabria rimane terra calcificata tra le rovine di una sanità coperta dalla polvere livida di anni di ritardi che hanno spalancato falle nella rete dei servizi assistenziali. I quattro principali ospedali, l’hub di Cosenza e gli spoke di Corigliano-Rossano, Castrovillari e Cetrario-Paola presentano tutti storiche carenze strutturali e vuoti d’organico che asfissiano tutte le strutture limitandone la capacità di risposta. Maggiormente in sofferenza sono i poli dell’Asp, presidi di frontiera, sparpagliati sull’immenso territorio provinciale. Dovunque, c’è bisogno di medici, innanzitutto, di specialisti dell’emergenza-urgenza nei Pronto soccorso e sulle ambulanze del 118. Il direttore generale Antonello Graziano, nelle scorse settimane, aveva disposto la riapertura del bando per l’assunzione di ben 18 medici sfruttando i varchi spalancati dal decreto Bollettone che consente il reclutamento di medici anche senza specializzazione ma con almeno tre anni di servizio nell’emergenza-urgenza. E così, la riapertura della selezione ha consentito la partecipazione di ben 65 aspiranti. Intanto, qualche cosa si potrà fare con i medici cubani. Ma ci sono altre discipline in sofferenza e con l’estate alle porte la situazione potrebbe precipitare. Nei tre ospedali spoke, ad esempio, mancano 8 ginecologi (3 a Paola, 1 a Castrovillari e 2 più il primario a Rossano) e ci sono vuoti anche nelle varie ortopedie. Occhiuto e Graziano si ritrovano perennemente impegnati nell’inutile tentativo di chiudere le falle all’interno di una rete colabrodo tra reparti ridotti a accorpati, piccoli presidi cancellati, tagli indiscriminati di posti letto, rinuncia a medici e infermieri tra pensionamenti e fughe verso le strutture private.

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