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Cosenza, il boss ergastolano a giudizio per l’omicidio Pezzulli

Nuovo processo d’appello nei confronti di Domenico Cicero per l’agguato compiuto in via Cosmai nel luglio del 2002

Domenico Cicero

Undici colpi di pistola. Sparati in rapida successione da un killer in sella a una moto: Carmine Pezzulli, era al volante di una Fiat Panda bianca, quando concluse i suoi giorni terreni. Stava percorrendo viale Cosmai e finì con l’auto contro il cordolo di protezione stradale, a un passo da una stazione di rifornimento. Era il 22 luglio del 2002: dopo 21 anni torna a processo come mandante di questo delitto firmato dalla ’ndrangheta del Crati, Domenico Cicero, ergastolano, boss irriducibile delle cosche bruzie mai affabulato dalle sirene del pentitismo. La Corte di Cassazione, per la terza volta consecutiva, ha disposto la celebrazione di un nuovo processo di appello contro quest’uomo rinchiuso a vita in carcere e difeso dagli avvocati Francesco Chiaia e Alessandra La Valle. Quella di Cicero, in riferimento al fatto di sangue, assume la veste di una vera e propria odissea giudiziaria, con condanne, assoluzioni e rinvii dalla suprema corte per ulteriori dibattimenti.
Ieri il sostituto procuratore generale, Raffaela Sforza, ha chiesto l’acquisizione dei verbali e l’audizione dei collaboratori di giustizia Vincenzo Dedato, Francesco Galdi e Oreste De Napoli. I pentiti avevano reso dichiarazioni nel processo, poi definito con una assoluzione passata in giudicato, celebrato nei confronti di Davide Aiello, originariamente incriminato come presunto esecutore materiale dell’omicidio. L’Assise di appello ha accolto la richiesta del requirente fissando la prossima udienza per il 19 ottobre.

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