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Corigliano Rossano, truffa al sistema sanitario nazionale: il medico riceveva soldi dai farmacisti

Il dottore Sergio Cantafio ha raccontato agli inquirenti i particolari del raggiro milionario. Al professionista rossanese venivano garantiti tra i 350 e i 550 euro mensili

C’è un colpo di scena nella storia sulla truffa al sistema sanitario nazionale. Il dottore Sergio Cantafio, uno dei presunti protagonisti di primo piano dell’indagine, in sede d’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari avrebbe ammesso d’aver ricevuto soldi dai titolari delle farmacie. Il medico avrebbe raccontato agli inquirenti che riceveva tra i 350 e i 550 euro al mese da parte dei farmacisti. In un caso gli sarebbe stata recapitata anche una costosissima bottiglia di champagne. Premesso che tutti gli indagati sono da intendersi innocenti fino all’ultimo grado di giudizio, resta il fatto che nel mentre sono stati notificati agli indagati gli avvisi di conclusione delle indagini sono emersi i particolari degli interrogatori dei principali soggetti ritenuti all’apice della presunta associazione a delinquere, lo scandalo delle ricette false potrebbe avere ulteriori risvolti e sfociare in un ulteriore procedimento.

Il pubblico ministero titolare delle indagini ha chiesto infatti una proroga delle indagini relative ad un altro filone dell’inchiesta per i reati di truffa, ricettazione e anche riciclaggio a carico di 5 dei 19 soggetti indagati. Tra questi 5 figura anche Petronela Blanariu, la moglie di nazionalità romena di Sergio Cantafio, 69 anni il medico di base che assieme alla donna sono stati accusati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere, truffa ai danni dello Stato e falso ideologico nell’ambito di una operazione condotta dalla Procura del Pollino, diretta dal dott. Alessandro D’Alessio, che ha sgominato, come si ricorderà, un presunto giro di ricette false e che ha visto coinvolti, oltre al professionista e alla moglie, anche due informatori scientifici e diversi farmacisti. Il medico era finito in carcere, mentre la compagna era stata sottoposta agli arresti domiciliari. In carcere erano finiti anche i due informatori scientifici, entrambi del crotonese, che assieme a Cantafio sono ritenuti dagli inquirenti gli organizzatori e promotori del sistema truffaldino ai danni del sistema sanitario nazionale. In tutto come accennato sono state 19 le misure cautelari emesse. Una indagine nata dalla segnalazione di una associazione ambientalista che aveva ritrovato un rilevante numero di confezioni di farmaci nella vallata lungo la strada che conduce a Scala Coeli. Da li sono partiti gli appostamenti che hanno scoperchiato un giro allucinante.

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