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Corigliano Rossano, proteste contro l’ipotesi chiusura del punto nascite

Il sindaco Stasi dice d’essere pronto alle barricate e si tira dietro le critiche per l’immobilismo del consigliere di Azione Salimbeni

Ospedale "Compagna" di Corigliano

La sospensione di ogni ricovero o qualsiasi esame (che vuol significare chiusura) del reparto di ginecologia, per il quale è stato disposto, «congiuntamente tra la Direzione Sanitaria dello Spoke e Direzione Generale dell’Asp di Cosenza, con regolare avviso ufficiale del direttore del reparto, dott. Bruno Tocci, che, a far data dal 21.06 2023, e fino a nuove disposizioni sono temporaneamente sospesi, per carenza di medici, tutti i ricoveri delle gestanti in procinto di partorire», ha scatenato una serie di proteste vibrate e reazioni risentite in tutto il vasto territorio di competenza del reparto dello spoke di Corigliano Rossano. Interventi dello stesso tenore, tra cui «è vietano nascere a Co-Ro», sono giunti, oltre che, da parte di cittadini e, soprattutto, di mamme in procinto di partorire, dal primo cittadino, dai sindacati di Cgil e Cisl, del partito di Azione. Da registrare anche l’intervento della presidente della 3. Commissione Regionale, Pasqualina Straface, che come di consueto, di fronte alle gravi carenze della sanità, veste i panni del pompiere annunciando soluzioni «rispetto ad alcune indiscrezioni trapelate sulla stampa, in merito alle difficoltà riscontrate dal nosocomio ausonico nel garantire il corretto funzionamento di reparto e punto nascite». E mentre la Consigliera di centrodestra fa sapere che si sta lavorando per ottenere un risultato importante (contratti con ulteriori professionisti sanitari) il sindaco Flavio Stasi evidenzia che già due settimane prima aveva fatto presente le criticità che oggi sono scoppiate. Stasi ha anche avvisato che se la sospensione dei ricoveri non dovesse essere smentita con atti concreti «sarà necessario richiamare la cittadinanza per una iniziativa pubblica che rivendichi la necessaria attenzione per le strutture sanitarie della città».

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