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Discarica di Scala Coeli, riflettori puntati sulle analisi dell’Arpacal

Interrogazione del M5s al ministro sullo sversamento dei liquami. L’inquinamento del fiume Neto mette a rischio l’agricoltura

Si attendono con ansia e trepidazione i risultati delle analisi dell’Arpacal dopo quello che viene definito in queste ore un disastro ambientale, dopo la fuoriuscita di percolato dalla discarica di Scala Coeli in località Pipino. C’è preoccupazione per le colture, per la pesca, per la balneazione e in generale per una valle quella del torrente Nicà con caratteristiche ambientali uniche. «Quanto accaduto nella discarica di Scala Coeli mostra solo in modo tangibile le conseguenze disgraziate di scelte politiche che negli anni e in piena continuità hanno voluto sacrificare l’interesse collettivo». Per Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5S a Montecitorio si è superato il limite e c’è bisogno di riparare mettendo un punto fermo: l’interesse pubblico non può e non deve piegarsi a nessun interesse privato. La perdita di percolato in una zona di pregio agricolo e turistico rappresenta l’ennesimo tassello di un danno oggettivo che resta solo da quantificare e che era evitabile. «Per cui ora si rende necessario l’intervento urgente del ministro dell’Ambiente». Per questo motivo la grillina ieri mattina ha depositato un’interrogazione parlamentare sul danno ambientale che da giorni tiene col fiato sospeso cittadini e imprese agricole del basso ionio. «Quali iniziative urgenti il ministro intende adottare per scongiurare l’ulteriore aggravarsi dei danni ambientali?» È questo uno degli interrogativi posti, ma soprattutto: «Il ministro intende adottare azioni di vigilanza e controllo perché la messa in sicurezza e la bonifica del territorio danneggiato dalla perdita ingente di percolato avvenga nel rispetto della normativa vigente?».

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