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Esplosione all’Amaco di Cosenza, sotto la lente i protocolli di sicurezza sul lavoro

Rimangono stazionarie le condizioni del ferito. Il capo officina stava lavorando al serbatoio a metano di un autobus

In fondo al corridoio, del reparto di Rianimazione del centro grandi ustionati del Policlinico di Bari, c’è una stanza asettica con un grosso macchinario che riempie di aria e di vita un corpo che porta i segni della devastazione. Il capo officina dell’Amaco è sopravvissuto all’esplosione che lo ha travolto venerdì mattina. I medici sorvegliano costantemente l’andamento dei parametri vitali che sembrano essere, fortunatamente, stabili. I segni delle ustioni sarebbero presenti sul 50% del corpo. Internamente, invece, le tracce avrebbero coperto una superficie ancora più ampia. I familiari aspettano miglioramenti. E, intanto, pregano. Pregano tanto.
In città, gli inquirenti stanno ricomponendo il drammatico incidente. Lo scenario assemblato è quello di una improvvisa esplosione del serbatoio di metano in dotazione ad uno degli autobus della società partecipata destinati alla rottamazione. I detective della Compagnia dei carabinieri di Cosenza Nord, guidati dal maresciallo Riccardo Lupinacci, e i tecnici dei Vigili del fuoco dovranno provare a individuare le cause che potrebbero aver fatto detonare il serbatoio del gas sorprendendo . E non solo.
È probabile che la procura guidata da Mario Spagnuolo intenda accertare la corretta applicazione delle prescrizioni imposte dai protocolli aziendali previsti per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro.

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