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Cosenza, i contribuenti “spiati” e l’avvocato finito sott’inchiesta

Cosenza, la posizione del legale Domenico Quaglio - finito agli arresti domiciliari con due finanzieri - passa all’esame della Cassazione

Domenico Quaglio

La grande “spiata”. Sarà la Corte di Cassazione a decidere sulle richiesta di rimessione in libertà d’un avvocato civilista bruzio e un finanziere in servizio a Cosenza finiti agli arresti domiciliari nel luglio scorso. Ai giudici di legittimità ha proposto ricorso l’avvocato Enzo Belvedere.
Domenico Quaglio, 55 anni, è un legale con un passato da dirigente sportivo, assurto agli onori della cronaca come amministratore delegato del “Cosenza Calcio fino al 2014; con Antonino De Fazio, 52 anni, è accusato di corruzione in relazione all’accesso illegale compiuto dal finanziere per acquisire al server in uso alle forze dell’ordine i profili di 160.000 ignari cittadini. Profili poi finiti nella piena disponibilità d’una compagine societaria specializzata nell’utilizzo di database. Si tratta di profili economici e familiari estratti dalla banca dati nazionale alla quale possono accedere per ragioni investigative esponenti della polizia giudiziaria. Età di ciascun soggetto “spiato”, composizione dei nuclei familiari, redditi, situazione pensionistica, rapporti bancari istruiti sarebbero stati isolati e registrati e poi ceduti, dietro compenso, alla società riconducibile all’avvocato del foro cosentino.
Questa l’ipotesi di accusa prospettata dal pm della Procura di Catanzaro, Saverio Sapia, che è stata condivisa dal Tribunale del riesame del capoluogo di regione. I magistrati del Tdl hanno infatti respinto il ricorso difensivo confermando i provvedimenti restrittivi firmati dal Gip catanzarese Sara Merlini. Confermata la misura anche nei confronti d’un altro sottufficiale della Finanza, Ercole Iorio, indagato solo per accesso abusivo al sistema informatico e non di corruzione e difeso oltre che dall’avvocato Belvedere anche dall’avvocato Pierluigi Pugliese. Rimesso in libertà, invece, un altro finanziere, Luigi Siciliano, di 51 anni, difeso dall’avvocato Osvaldo Rocca, originariamente raggiunto a sua volta dall’ordinanza emessa dal Gip.

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